Regia di Selman Nacar vedi scheda film
80° MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA – ORIZZONTI
Nella Turchia provinciale l’avvocatessa Canan Banz difende in tribunale Musa, imputato per l’omicidio dell’ex datore di lavoro, mentre la sera di reca in ospedale al capezzale della madre morente in coma. Per la combattiva legale è fondamentale portare a testimoniare in udienza un ultimo teste, refrattario a comparire, per salvare il suo assistito dall’ergastolo. Nel contempo bisogna decidere con la sorella se e quando donare gli organi della madre ormai senza speranza di sopravvivere, ed emergono tensioni familiari legate al fatto che Canan è andata a studiare all’estero e a lavorare a Istanbul, mentre la sorella è rimasta nella loro deprimente città a prendersi cura della mamma. Il piano professionale e quello personale si intrecciano quando Canan, non presentandosi in aula il testimone e dimostrandosi il giudice convinto della colpevolezza del suo assistito, cede alla tentazione di usare la morte della madre per ingraziarsi il magistrato, uscendo dai confini di quanto sia deontologicamente consentito.
Il regista turco Selman Nacar disegna con partecipazione un toccante ritratto di donna che si dibatte tra difficoltà private e professionali, dove lo studio del personaggio e dei suoi dilemmi personali e morali si affianca ad un vero e proprio court drama con lunghe scene delle udienze e delle arringhe dell’accusa e della difesa, stimolando una riflessione morale sui temi della colpa e della giustizia. Il senso di lealtà e responsabilità che la legale sente verso Musa, che minaccia il suicidio se condannato, la mette a confronto con le propria stessa etica, mentre il dramma familiare logora il suo stato mentale proprio nel momento in cui avrebbe bisogno di essere il più lucida possibile per salvare Musa dal carcere a vita. L’autore sceglie prolungati piani sequenza per mostrare il processo dalla prospettiva soggettiva della sua protagonista e catturare l’interiorità di una donna in crisi, ben interpretata dall’attrice Tülin Özen.
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