Regia di Zar Amir Ebrahimi, Guy Nattiv vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2023 - CONCORSO ORIZZONTI - AL CINEMA
Resistere al ricatto subdolo, all'interno di uno stato che non perde occasione per dimostrarsi uno dei più sconcertanti esempi di completa inosservanza dei diritti fondamentali del singolo.
Una campionessa di judo iraniana (la interpreta una convincente Arienne Mandi) giunge a Tiblisi con la propria squadra e la propria istruttrice per affrontare un importante torneo mondiale.
La donna, tenace e consapevole di valere e di trovarsi nella giusta condizione psico-fisica, nutre ambizioni elevate per quanto attiene alla propria resa.
La famiglia, distante da lei ma collegata via fono, la sostiene e la incalza con spensierato entusiasmo.
Le sfide iniziano bene, anzi nel migliore dei modi.
Almeno finché una telefonata da parte di un leader del governo iraniano impone alla allenatrice l'obbligo di una scelta che non ha nulla a che spartire con le regole di una sana e genuina competizione.
Già è difficile comunicare, da parte della sconsolata ed attonita allenatrice, memore di precedenti già occorso ai suoi danni durante il periodo del suo agonismo ai massimi livelli, un comando così ingiusto e spietato alla interessata.
Devastante si rivela la assurda pretesa dinanzi agli occhi e alle orecchie della campionessa, la cui risolutezza comporterà l'avvio di iniziative turpi e scellerate da parte del governo del paese, nei confronti di parenti ed amici della sportiva.
Esce finalmente in sala il bel film diretto in coppia da Guy Nattiv (noto anche per il suo Skin - Dalla pelle al cuore, con Jamie Bell) e da Zar Amir Ebrahimi, attrice già piuttosto nota e protagonista bravissima di Holy Spider di Ali Abbasi, film per il quale ricevette meritatamente il premio per ma migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes 2022.
Tatami è un thriller teso ed emozionante che indigna e appare costruito sapientemente per tenere col fiato sospeso uno spettatore sconcertato ed insieme avvinto dal complotto diabolico che devasta l'atleta e la sua allenatrice.
Girato in un fosco ed azzeccato bianco e nero che conferisce da una parte sentore di massima autorialità, mentre dall'altra contribuisce anche fisicamente a rendere opprimente la situazione ad incastro in cui vengono a trovarsi le due donne sfruttare ed ingannate, Tatami, il cui titolo si riferisce al tappeto entro cui si svolge ogni sfida tra combattenti di judo, è un film riuscito ed emozionante, diretto da chi, come i due autori coinvolti, ormai ha già scelto da che parte stare e non ha più, per forza di cose, speranza o programmi di ricongiungersi con un proprio paese d'origine travolto da persecuzioni che attentano ad ogni diritto civile altrimenti inalienabile quasi ovunque.
Nattiv e Ebrahimi scandiscono la vicenda con sapiente dosaggio del racconto e della suspence, confezionando un prodotto molto pensato e strategicamente confezionato, dando vita ad un film di denuncia molto plateale e per questo coraggioso, che espone i due autori ad un pressoché inevitabile definitivo allontanamento dal proprio paese d'origine (non a caso il film è una produzione georgiana, ove la vicenda è peraltro concentrata), rendendo il messaggio di fondo più impellente e ancor più sconcertante.
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