Regia di Simone Massi vedi scheda film
L'anima-zione di Simone https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=67699
ANIMA E CORPO
Invelle, il film di Simone Massi, abbiamo dovuto aspettarlo quasi un anno perchè uscisse in sala, nonostante al festival di Venezia lo scorso anni avesse vinto il premio assegnato da distributori. Per recensirlo vi mando il testo ed il video di una canzone che ho dedicato ai suoi lavori di animazione il cui titolo si sposa con quello che avete dato a queste pagine speciali.
Le immagini che ho usato per realizzare il video sono estratte dai suoi cortometraggi e ringrazio Simone per avermi concesso l'utilizzo.
Simone è un bravo "operaio specializzato" dell'animazione io sono solo un musicante e chiedo scusa se la musica non è all'altezza delle immagini, ho provato a fare canzone senza stacchi o ritornelli, una sorta di piano sequenza.
L’anima-zione di Simone
Omaggio a Simone Massi
L'anima di Simone mette in azione la poesia
Graffia il cuore oltrepassa gli occhi
con il cappello vola via
Gli animali di Simone sono mucche galline cani
Rondini e lucciole che tornano
le sue ali son le mani
Quel che anima Simone sono i gesti di cura
Le carezze nei capelli
per scacciare la paura
L' animazione di Simone vibra come un infrasuono
Raccoglie voci e rumori
segue le tracce di un uomo
L'anima triste di Simone esplode con le mine
Con gli F16 su Gaza
in una strage senza fine
L' animo resistente di Simone ha un sciarpa color rosso
Scioglie il laccio allo scarpone
è sola come un pettirosso
L' anima gemella di Simone era Cesare Pavese
Entrambi tengono la posizione
tra le colline di un paese
Non c’è animosità in Simone ha raggiunto la libertà
Può raccontar sè stesso
la terra del nonno e del papà
Perché l’anima di Simone è nei suoi piani sequenza
Sfugge ad ogni omologazione
è arte e resistenza
Perché l’anima di Simone è nei suoi piani sequenza
Sfugge ad ogni omologazione
è arte e resistenza
aggiungo questa riflessione 2 settembre 2024
La violenza fuori campo nel film di Simone Massi
La storia del film di animazione (non è un cartone animato) di Massi si dipana per tre generazioni dal 1918 al 1978 e come sappiamo è stato un periodo di grandi violenze, due guerre, la resistenza, le lotte operaie, il terrorismo. Tutto questo, insieme alla violenza subita dalla cultura contadina, lo sradicamento dalla campagna per il trasferimento (nell “Invelle”) il non luogo delle città, il nuovo sfruttamento nelle fabbriche, costituisce la spina dorsale del film. Simone Massi nonostante la sua grande capacità di creare immagini rinuncia a mostrarci questa violenza e la affida alle voci fuori campo, ai suoni ai rumori agli spari e lascia che ognuno di noi crei queste immagini cruente attingendo alla propria individuale sfera emotiva.
Gli interrogatori ai partigiani catturati e obbligati dai fascisti a picchiarsi fra di loro sono fuori scena, la vendetta sul povero-cristo che fa la spia viene rimpiazzata dal rito contadino dell’ammazzare il maiale di cui si sente il pianto straziante, l’uccisione di Aldo Moro si risolve con un corteo funebre di spalle che ha lo sguardo rivolto alla R4 rossa in via Caetani dove solo una persona è girata verso noi spettatori, è in piedi al centro e regge la sua testa china con le mani sugli occhi. Poi vedremo lo stesso Moro che si copre con un sudario bianco. Le ribellioni verso i padroni sfruttatori che non pagano il lavoro e portano i contadini prima egli operai poi ad esasperarsi fino al ripetuto “sono stufo, non ce la faccio più”, sono risolte con l’immagine di un forcone contadino e poi con quella di un martello operaio ai piedi del padrone di cui si sarebbe voluta la morte facendosi giustizia da soli.
L’unica scena in cui si vede una violenza agita è quando Icaro, il bambino protagonista della terza generazione, dopo aver subito l’insulto di “contadino” e lo sputo dei compagni di scuola, i cittadini, li rincorre e si azzuffa con loro prendendoli a pugni. Il padre “con la voce di Filippo Timi” chiede: “che fai?” Icaro risponde “se la sono cercata” il padre chiede “ da chi hai imparato?” Icaro risponde: “dalla scuola, da te, da tutti”.
La violenza che ci mostra Simone è stata insegnata dagli adulti, dai loro metodi, a partire dalla maestra che picchia il bambino per aver detto che l’ARMISTIZIO vuol dire aver perso la guerra e dalla maestra di Icaro che lo sgrida per aver chiesto in dialetto di andare al bagno (usando il verbo “gi” invece di andare ) perché gli “piscia” il sangue dal naso.
Il sangue rosso in questo film lo si vede solo in poche occasioni, oltre a questa appena descritta lo si era visto sulle mani del bambino bacchettato dalla maestra o quando gocciola sulla scarpa scorrendo dalla testa del fagiano ucciso da padre cacciatore.
Invelle di Simone Massi non è solo questa descrizione che ho cercato di fare, e che ha colpito la mia sensibilità, ma è tantissimo altro. Sono sicuro che chiunque abbia la voglia e la fortuna di vederlo troverà emozioni nella propria “anima”, laica o credente che sia, come nella fede popolare che Simone ci rivela attraverso le preghiere dei bambini recitate accarezzando la testa della mucca nella stalla.
Paolo Rizzi
link al video e ad altre infornazione
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=67699
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