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Invelle

Regia di Simone Massi vedi scheda film

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La recensione su Invelle

di lamettrie
6 stelle

Un cartone animato dalle altissime ambizioni, non certo da bambini, ma con tanti, troppi, alti e bassi.

Le perplessità sono le seguenti:

-          La sceneggiatura spesso è generica, poco incisiva. Ad esempio, l’inciso su Icaro è abbastanza forzato. Il soggetto è un po’ troppo onirico, anche perché appiattito sull’esperienza mentale dei protagonisti, regista compreso, con una accentuazione autobiografica ridondante. Testo talvolta ermetico.

-          Nonostante le possibilità dell’animazione, è sconsigliabile ai bambini, cui peraltro sarebbe stato utile per parlare della storia italiana dl ‘900. Ma non in questo modo. E’ un cartone da adulti, peraltro con immagini e musiche inquietanti.

La scelta del regista e disegnatore Massi è libera: ma il pessimismo di fondo, con quel bianco e nero forzato, va comunque registrato, senza far trapelare alternative all’angoscia.

-          Certe parti non sono significative come vorrebbero: quella sugli anni di piombo; il finale poi non è incisivo come conviene.

Gli aspetti positivi paiono:

-          la natura indubbiamente poetica del lavoro: profondo, suggestivo in tanti frangenti. Particolarmente quelli della prima guerra mondiale e quelli della Resistenza.

-          La resa accurata del disagio esistenziale dei semplici. I quali hanno pochi mezzi per essere consapevoli di ciò, e per esprimerlo; ma la loro vitalità è comunque commuovente. Specialmente perché ne rende chiaro lo status veritiero di vittime, di angherie altrui, che storicamente vengono perpetrate ai danni di moltitudini cui sono negati i mezzi per emanciparsi – in tal senso, è lodevolissima l’esaltazione del diritto all’istruzione.

-          La vita quotidiana è restituita in modo verosimile: bella l’immedesimazione nei modi di pensare tipici del popolo, anche previo l’utilizzo del dialetto (qui quello marchigiano del nord, proprio dell’autore medesimo).

-          Ottima l’ispirazione civile: la denuncia degli orrori e dell’insensatezza della guerra, così come della barbarie del nazifascismo – unita questa alla necessità dell’appoggio ai partigiani -.

 

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