Regia di Giorgio Verdelli vedi scheda film
Un ritratto efficace e ravvicinato di Enzo jannacci, cantautore atipico, poeta e autore comico, medico nel tempo libero e amico indimenticabile, ricostruito attraverso le testimonianze di chi con lui ha condiviso palco e vita reale.
Cochi Ponzoni, Massimo Boldi, Diego Abatantuono, Paolo Rossi, Francesco Guccini, Dalia Gaberscik, Claudio Bisio, Roberto Vecchioni, Elio, Gino e Michele, Paolo Jannacci, ma anche i meno sospettabili Vasco Rossi, Francesco Gabbani e J-Ax: in questi cento minuti di documentario intervengono in tanti, e tutti con qualcosa di significativo, di concreto, di attendibile da dire, per tratteggiare un ritratto di Enzo Jannacci, uomo e artista. Per tanti, per quasi tutti tra i partecipanti al lavoro è stato un mentore, un punto di riferimento, maestro; d'altronde la generazione di Enzo Jannacci è oramai scomparsa per limiti anagrafici raggiunti: Dario Fo, Giorgio Gaber, Beppe Viola compaiono infatti solo in materiale di repertorio. Nondimeno colpisce l'opinione di un collega come Vecchioni, che potrebbe benissimo sentirsi a pari livello con Jannacci, ma non esita a tirare in ballo De André e Guccini per definirli le massime espressioni del cantautorato italiano, per poi elevare Jannacci un gradino sopra per via della sua completa imprevedibilità e della incatalogabile vena di follia che ne hanno contraddistinto, al di là della vita, testi e musiche. Difficile fare di meglio, difficile essere più chiari di così – ma anche Vecchioni è indubbiamente uno che se l'è sempre cavata in modo eccezionale con le parole, inutile discuterne qui. Vengo anch'io è un lavoro che colma un vuoto inspiegabile: a dieci anni dalla scomparsa di Enzo Jannacci risultava uscito un solo documentario a lui dedicato, Lo stradone col bagliore diretto dall'amico Ranuccio Sodi, anch'egli qui intervistato. Giorgio Verdelli si conferma così uno specialista nei documentari musicali dedicati alle icone del firmamento canoro italiano: dopo Battisti, Mia Martini, Pino Daniele e altri ancora, questa opera mostra una grande capacità di racconto e un validissimo lavoro di ricerca, culminato peraltro nel reperimento di un'intervista inedita al protagonista, datata 2005. 6,5/10.
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