Regia di Pema Tseden vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - FUORI CONCORSO
Tra le steppe tibetane uno splendido esemplare di leopardo delle nevi fa strage di montoni.
Il gretto ma concreto pastore responsabile dell'allevamento, figlio di un anziano pastore più pacato e saggio, decide di imprigionare la belva per bloccarla, fosse per suo volere uccidendola, ma invece costretto a consegnarla alle autorità , in quanto specie protetta.
Una troupe televisiva accorre sul posto per uno scoop, e per evitare che i pastori uccidano il pregiato animale, che, si scoprirà, ha un cucciolo da sfamare nelle immediate sommità che sovrastano la valle.
Il ritorno in regia del compianto regista tibetano Pema Tseden, noto per i suoi precedenti Tharlo (2015), Jinpa (2018) e Baloon (2019) e scomparso nel maggio di quest'anno, si compie con un film che coniuga il folklore tibetano talvolta un po' semplificato e retorico, chiacchierato ed eccessivamente caratterizzato a rischio farsa, all'utilizzo di effetti speciali nello stile un po' plastico e forse superato delle Cronache di Narnia.
Tutto ciò al servizio di una storia che non quadra molto già nelle dinamiche tecniche relative alla cattura dell'animale, così come nel suo sviluppo un po' facilone e scontato. Se si vuole godere della presenza furtiva e realistica di un felino delle nevi, allora, piuttosto che questo film, conviene concedersi alla meraviglia e stupore che riesce a garantire il documentario La pantera delle nevi di Marie Amiguet (Fr. 2021).
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