Regia di Harmony Korine vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - FUORI CONCORSO
"Sono il più grande assassino del mondo". Bo, un killer al soldo della malavita nella assolata Florida che, una volta tornato al proprio focolare domestico (una moglie giunonica che arde dal desiderio di consumare finalmente un rapporto con lui ed un figlioletto) vorrebbe rimettere in discussione la propria professione.
Fatto sta che, appena raggiunto l'ultimo obiettivo, il suo boss gli conferisce subito un altro incarico che, una volta portato a termine, dovrebbe consacrarlo come re dei boss.
Ma c'è anche una inquietante presenza che lo pedina e vuole che si arrivi rapidamente ad una resa dei conti.
Le confessioni del "killer più più potente del mondo" sono esplicitate da Harmony Korine attraverso la "lirica" quasi solenne e sicuramente originale, oltre che alla lunga assai disturbante, di una ripresa "termica" che pare sia stata eseguita con una camera a raggi infrarossi.
Come se la esile storia, tutta riflessioni e nostalgie di un passato ora impensabile da ricostruire, sia vista attraverso l'apparato visivo del temibile Predator della celebre saga fantascientifica.
"Tutto quel che voglio è amore".
Aggro dr1ft diventa un'ode alla violenza, oltre che al culo giunonico femminile di donne oggetto venerate e un po' discinte, un po' a loro modo inspiegabilmente caste, mentre la violenza attorno sgorga efferata e cruciale, resa ancora più brutale dalla particolare fotografia ad infrarosso che esalta lo spargimento di sangue e le teste mozzate.
Benvenuta in linea di massima la sperimentazione, ma forse nel caso del film di Korine, che ormai rinnega interesse per la narrativa tradizionale, 20 minuti sarebbero stati sufficienti.
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