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Aggro Dr1ft

Regia di Harmony Korine vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Aggro Dr1ft

di obyone
2 stelle

 

scena

Aggro Dr1ft (2023): scena

 

Venezia 80. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 

Cos'è Aggro Dr1ft? Un video ludico? Un'opera cyber-punk sviluppata per un canale YouTube? Un viaggio nel territorio di demoni e angeli della morte? Probabilmente Aggro Dr1ft è questo e assolutamente niente. Forse si tratta di una mera allucinazione da crack o un overdose di musica elettronica.

Cosa sapevo prima di avventurarmi in questa follia? Nulla. Conoscevo la fama di artista anticonvenzionale di Harmony Korine ma senza averlo mai affrontato. Ricordo che Alberto Barbera voleva portare il suo precedente "Beach Bum" al Lido. Ma il film non aveva un distributore che sostenesse le spese della Mostra. I tempi del cinema erano già difficili senza bisogno di accollarsi i rischi di un film refrattario alle masse. Stavolta però Barbara è riuscito a portare Korine a Venezia ed ho accettato la sfida nonostante la criptiche espressioni del direttore durante la conferenza di presentazione dello scorso luglio. E diciamo pure che la lezione che ne ho ricavato è stata utile. Non sono così onnivoro come pensavo, dopotutto.

Il film di Korine non mi è piaciuto nonostante qualche buona soluzione estetica come la sovrapposizione cangiante di teschi, maschere cornute ed ingranaggi cyber-punk sui volti e sui corpi dei protagonisti. La scelta inconsueta di rappresentare il mondo ad infrarossi, con variazioni della gamma cromatica suggerite da uno sparo piuttosto che dal rumore di una portiera, è risultata affascinante, se non altro nei primissimi minuti. I problemi, tuttavia, non vanno ricercati nella forma estetica piuttosto nel racconto striminzito.

Uno spietato killer deve commettere un omicidio su commissione ma emergono riserve morali preludio di un cambio di rotta. Troppo poco per giustificare un esperimento di ottanta minuti ripiegato su se stesso nella ricerca delle verità fondamentali che regolano la vita civile. La verità è l'amore suggerisce alla fine il protagonista peccato che questo film di Harmony Korine sia un far west di assassini e puttane, un luogo in cui gli uomini compiono qualsiasi aberrazione e le donne sono un oggetto sessuale ed una proprietà il cui valore è inferiore ad un'arma. Può anche passare il discorso proposto da Korine, se vogliamo credere che al male si debba rispondere con mezzi di pari intensità, tuttavia la diluizione dell'assunto in una miriade di ripetizioni digrignate a denti stretti è semplicemente noiosa e snervante. La ripetizione di corpi che si muovono senza scopo all'interno di uno yacht, di fuochi d'artificio che scoppiettano eccitati intorno ad un palo da lap dance e di sgualdrine che si strusciano in una vasca idromassaggio risultano alla fine meno volgari di un angelo del focolare che si dimena sul letto in attesa del marito continuando a ripetere l'indicibile. L'amore tre di noi scatterà la prossima volta, Harmony Korine? 

 

scena

Aggro Dr1ft (2023): scena

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