Regia di William Friedkin vedi scheda film
Friedkin dirige con la solita sicurezza , quella dei più grandi.
Durante una missione ordinaria la nave dragamine Caine viene condotta fuori da un improvvisa tempesta dal secondo ufficiale Maryk, contravvenendo alle istruzioni del capitano Queeg, rendendosi così colpevole di ammutinamento, e per questo viene messo perciò sotto processo.
Inizia il film, inizia il processo. Pronti , via. Quasi due ore filate di interrogatori, ricostruzioni, testimonianze di tutti i militari coinvolti, di medici e altro personale militare di varia natura, a comporre un mosaico che cambia continuamente forma, e che diviene con il passar dei minuti, sempre più ambiguo.
Molto bravi i tre protagonisti : la spietata avvocatessa dell'accusa interpretata dall'ottima Monica Raymund è una vera sorpresa , capace com'è di tener tener testa a quella vecchia volpe di Kiefer Sutherland , pure lui bravissimo ad interpretare il volubile capitano.
Ma la vera sorpresa, e cavallo di troia del film, è l'avvocato della difesa interpretato da Jason Clarke, la sua recitazione in sottrazione, il suo sguardo di ghiaccio, sono il controcanto di un sistema giuridico che in fin dei conti basta solo a se stesso.
L'ultimo lavoro del compianto Friedkin è una notevole prova muscolare a livello di regia, grazie ad un abile utilizzo del controcampo, una scrittura elegante ed equilibrata, così come il tratteggio dei caratteri, senza sbavature .
Un opera tesa, che non cerca la verità, non più di quanto si preoccupi di trovare un colpevole, e per questo vana e disillusa, come l'ineffabile verità.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta