Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film
Dupieux e il suo Cinema, sono oggetti particolari, lo sappiamo: il francese o lo si ama o lo si odia. Io ho amato diverse cosucce nella sua lunga sfilza di film ma non posso dire di essere un fan accanito. La figura dell'anarchico surrealista (e tante altre cose) Dalì, non poteva che incocciare con Dupieux: sembrano fatti l'uno per l'altro. Il film, breve come sempre, è però irrisolto e spesso irritante. La storia è un pretesto per sondare gli universi sbilenchi di un Dalì particolarmente odioso, (era proprio così?), e di un Dupieux che gigioneggia e, personalmente, non mi diverte. Un'intervista che non si riesce mai a fare e intorno quasi niente. Nella sua brevità, ho fatto fatica a tenere gli occhi aperti e ho ceduto a un quarto d'ora dalla fine, quando il traguardo era vicino. Significa che sta cosa non fa per me. Pazienza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta