Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - FUORI CONCORSO
Un'aspirante giornalista, con esperienza da farmacista ma buona predisposizione ad apprendere, fisicamente pur attraente, ma di fatto un po' sciatta nel vestire, si appresta a cercare di convincere il sommo pittore Dalì a cedere alla richiesta di farsi intervistare, o meglio filmare, come aspirerebbe l'artista.
Siamo tra i '60 e i '70 e l'eccentrico pittore è al culmine della propria fama, che lo ha reso egocentrico e viziato.
In più Dalì è un personaggio così sfaccettato che pare quasi cambiare fisionomia ogni volta che lo si inquadra, oltre a capitargli di perdersi entro i sogni infiniti di un singolare sacerdote e dividersi, negli ego che lo compongono, tra dimensioni alternative.
L'ultima follia di Dupieux conferma il genio sregolato e folle del peculiare regista francese ormai lanciatissimo e abituato a sfornare due lavori ogni anno.
Con Dupieux l'assurdo regna sovrano, gli attori che popolano le sue storie paiono divertirsi non meno del pubblico che inizia a considerarlo un appuntamento fisso e d'obbligo anche ai festival più noti e celebrati.
Nel 2023, dopo Yannick, presentato a Locarno, è ora di sparare grosso sul celebre pittore spagnolo, impersonato per l'occasione da 5/6 attori, tra cui i goduti Pio Marmai, Edouard Baer, Jonathan Cohen, Gilles Lellouche e Pierre Niney, mentre per l'incantevole neo giornalista il regista ritrova la fidata Anaïs Demoustier.
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