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Woman of...

Regia di Malgorzata Szumowska, Michal Englert vedi scheda film

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La recensione su Woman of...

di port cros
7 stelle
80° MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA – IN CONCORSO
 
Kobieta, "donna" in lingua polacca, non è sempre un dato di fatto biologico, ma in alcuni casi l'esito di un lungo e sofferto processo di costruzione del sé, come quello affrontato dalla protagonista del film della regista Malgorzata Szumowska, in coppia con Michal Englert, che ripercorre quarantacinque anni della vita di Andrej/Aniela Wesoly e anche di storia della Polonia, dagli anni 80 quando ancora imperava il regime comunista, alle proteste di Solidarnosc che ne provocarono la caduta nel 1989, l'euforia della libertà conquistata dei primi anni 90, la figura patriarcale di papa Wojtyla, fino ai giorni nostri con la pandemia di Covid.
 
Andrej (l'attore Mateusz Wieclawek), cresciuto in una cittadina di provincia e riformato alla visita militare per lo smalto alle unghie dei piedi, negli anni successivi tenta una normalizzazione attraverso il matrimonio con l'amata (davvero) Isabela (Joanna Kulig) e la nascita dei figli. Ma col passare degli anni Andrej (a partire dal 2004 interpretato dall'attrice Malgorzata Hajewska-Krzysztofik) sente sempre più insopprimibile la spinta a vivere il suo vero sé e diventare Aniela, affrontando tutte le difficoltà personali, familiari, sociali e legali che questo comporta in una società religiosa e conservatrice come quella polacca, da medici  non sempre comprensivi alla disapprovazione dei genitori e del fratello, alle terapie ormonali, ai processi in tribunale per ottenere la sentenza di autorizzazione al cambio di genere, all'obbligo giuridico di divorziare dalla moglie che pure le rimane a fianco, fino alla prigione per complicità in una truffa e infine la particolarità di una transizione chirurgica affrontata in tarda età
 

Mateusz Wieclawek, Malgorzata Hajewska-Krzysztofik, Joanna Kulig

Woman of... (2023): Mateusz Wieclawek, Malgorzata Hajewska-Krzysztofik, Joanna Kulig

 

Il dramma segue il percorso di vita di Andrej/Aniela con sensibilità e cautela, evitando le scene madri in favore di un accumulo di episodi salienti che costruiscono il senso di una lotta di autoaffermazione durata un'intera esistenza ed il messaggio che gli autori volevano lanciare al pubblico polacco e internazionale. Si tratta di un film sociale dal taglio realista e a volte quasi documentaristico, che oltre alle difficoltà e all'ostilità si premura di dare il loro spazio anche alla solidarietà e alla forza dei legami, dall'accettazione dei figli all'inaspettata ospitalità delle suore quando gli alberghi le chiudono le porte in faccia con menzogne, ma soprattutto il secondo innamoramento con Isabela, stavolta vissuto come rapporto tra due donne mature che non hanno mai smesso di amarsi nonostante cambiamenti radicali di identità ed il divorzio imposto. 

I due interpreti della protagonista nelle due fasi della sua esistenza fanno un ottimo lavoro per dare credibilità al personaggio nonostante nessuno dei due sia trans: prima l'esuberanza androgina di Wieclawek, poi la forza sofferta ma indomita della Hajewska-Krzysztofik, che potrebbe forse ambire alla Coppa Volpi.

 

 

Mateusz Wieclawek

Woman of... (2023): Mateusz Wieclawek

 
Kobieta Z... è frutto di anni di incontri con persone transgender polacche di tutte le età che hanno condiviso le loro storie con gli autori e alcune di loro erano in Sala Grande con i registi ed il cast, ed è un atto di denuncia contro le politiche conservatrici del governo polacco, fanalino di coda nell'Unione europea per il riconoscimento dei diritti lgbt, non avendo ancor oggi la Polonia approvato una legge che regolamenti il cambio di genere. Tenuto conto che l'altro film polacco in Concorso,  Green Border di Agnietzka Holland tratta il tema dei migranti con approccio altrettanto critico , le registe in gara a questa Mostra 2023 hanno certamente voluto prendere una posizione forte sulla condizione dei diritti civili e delle minoranze nella loro patria.
 
Immagini : la regista Malgorzata Szumowska con parte del cast in Sala Grande al Palazzo del Cinema  del Lido di Venezia
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