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Il male non esiste

Regia di Ryûsuke Hamaguchi vedi scheda film

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La recensione su Il male non esiste

di tobanis
5 stelle

Deludente, alla fine pure spiazzante. Perdibile.

Da non confondere con un film omonimo, di qualche anno precedente. Questo è un film giapponese, ambientato in un paesino montano, dove la solita ditta senza scrupoli vuole costruire un campeggio per ricconi, fregandosene della Natura e del paesino stesso, al solo scopo, chiaro, di fare profitti. Non so se a volte gli Autori si divertono a prendere in giro lo spettatore, perché qua ho avuto la sensazione. Passi per i primi 5’ minuti (intesi come 300 secondi, non è un modo di dire), di carrellata con alberi ripresi dal basso verso l’alto. Passi anche per i tempi molto dilatati, perchè se poi stai vedendo un filmone, dirai che è un filmone con i suoi tempi. Ma non passino, in questa favoletta ecologista, i vari personaggi, tagliati con l’ascia, delle vere macchiette o clichè. Il protagonista duro e puro? C’è. La tizia arrivata per caso che ha mollato tutto per fermarsi là? C’è. Il vecchio (sindaco) che dispensa autorevolezza, saggezza e comprensione, anche se il suo discorso è in fondo una supercazzola? C’è. La ditta del cattivo che non si possono spendere altri soldi e la comunità capirà? C’è. I suoi scagnozzi che vanno a spiegare ai montanari la situazione, ma rimangono conquistati dalla comunità e passano dall’altra parte? C’è. La bimbetta in comunione con la Natura, scritta con la N maiuscola? C’è. Il tizio giovane che a voi della Compagnia cattiva non ci credo e meno le mani? C’è. Ma pure, date anche le immagini, le musiche interessanti, io alla fine ero anche per una sufficienza…fino al finale. Il finale confuso e drammatico di questo film è stato un “caso”, un qualcosa totalmente avulso da quanto successo in precedenza; nessuno ci ha capito nulla e tutti hanno fatto le più variegate supposizioni. Il regista ha detto solo che gli piace spiazzare lo spettatore. Dunque, la prossima volta, perché no un UFO e una donna nuda? Non c’entrerebbe nulla, ma vuoi mettere, che spiazzamento. E allora darò un 5, che cavolo. Peccato, perché dello stesso regista, Hamaguchi, Il gioco del destino e della fantasia mi era piaciuto molto (meno invece Drive my car). Comunque, questo invece è piaciuto tantissimo alla critica; pure al grande pubblico non è dispiaciuto. Partecipò a Venezia dove, più o meno, arrivò secondo, battuto da Povere creature! di Lanthimos. Per gli incassi, classico film d’essai, poca roba.

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