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La terra promessa

Regia di Nikolaj Arcel vedi scheda film

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La recensione su La terra promessa

di port cros
7 stelle
80° MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA - IN CONCORSO
 
Nella Danimarca del XVIII secolo il Re vorrebbe che qualcuno colonizzasse e coltivasse la desolata brughiera dello Jutland, rimasta fino ad allora quasi completamente disabitata e incolta a causa delle proibitive condizioni climatiche e dell'aridità della terra. Si propone per l'impresa l'ex capitano del regio esercito Ludvig Khalen (Mads Mikkelsen) che si fa assegnare un appezzamento terriero in mezzo al nulla promettendo di farsi carico di tutte le spese, nonostante le sue non floride finanze, ma chiedendo in caso di successo la nomina a barone. I suoi tentativi di avviare una piantagione dovranno scontrarsi non solo con le asperità ambientali, ma ancor più con l'ostilità del sadico e spietato vicino, il nobile De Shinkel, disposto a tutto per far fallire la sua impresa e per appropriarsi della terra. La crudeltà di De Shinkel trova però un degno avversario nella ostinata caparbietà del capitano Khalen, graniticamente determinato a non farsi fermare da nessun ostacolo, che sia gelo grandine , fame, malattie, orde di briganti prezzolati, fino a  riuscire a fare fruttare la terra coltivandola con resistenti patate. Al capitano inizialmente solitario si uniscono due figure femminili , anch'esse vittime della protervia del suo avversario: la vedova del contadino fuggiasco e la cugina/fidanzata del nobilotto, sempre più disgustata dai suoi crimini.
 

Mads Mikkelsen

The Promised Land (2023): Mads Mikkelsen

 
Basato su un romanzo di romanzo di Ida Jessen, il regista Nikolaj Arcel realizza una sorta di racconto epico danese, con rimandi al western americano e al mito biblico della Terra Promessa (che non a caso è il titolo internazionale di Bastarden, mentre quello danese rimanda alla condizione del protagonista , figlio illegittimo di un nobile e anche per questo bramoso di riscatto sociale e di ottenere come ricompensa dal Re quel titolo nobiliare che gli è sempre stato negato). Arcel  confeziona un dramma storico dall'impianto classico, solido, avvincente ed appassionante, costruito intorno alla figura ben scritta del capitano, ottimamente interpretato da Mads Mikkelsen. Come certo western , il dramma storico di Arcel non si fa remore a mostrare tutta la ferocia di quell'epoca passata, soprattutto per chi apparteneva alle classi svantaggiate, del tutto esposte all'arbitrio dei nobili anche quando strabordava nella pura crudeltà e nel sadismo patologico incarnato dal mostruoso De Shinkel, stupratore di tutte le sue serve, inventore di una sadica punizione del contadino fuggiasco su cui viene riversata acqua bollente fino a provocarne il decesso, poi una domestica gettata dalla finestra in un impeto di rabbia che rivela tutta la follia dell'uomo. Un cattivo a tutto tondo e senza possibilità di redenzione,  a cui il sistema sociale permetteva il libero sfogo di ogni perversione, incarnando il caos che si dice convinto regoli l'esistenza umana , in senso di forza distruttrice. Tra gli svantaggiati dell'epoca il film ricorda anche gli zingari, come la bambina di fatto adottata da Khalen, oggetto di emarginazione e superstizioni , al punto che i coloni inviati a coltivare la terra pongono come condizione che la ragazzina rom venga allontanata dalla fattoria.
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