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Green Border

Regia di Agnieszka Holland vedi scheda film

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La recensione su Green Border

di luabusivo
10 stelle

Desiderio di libertà e confini non possono essere messi in contrapposizione: Green Border è il racconto di quanto l'Europa sia irraggiungibile da chi non è libero a casa propria.

locandina

Green Border (2023): locandina

 

Palleggiare il corpo di una donna morta da uno Stato all'altro nella tragica partita dei migranti è una delle immagini più potenti che la regista Agnieszka Holland potesse girare: Green Border racconta del rimpallo infernale nel quale sono vittime migliaia di persone nel tentativo di trovare ospitalità in Europa, nella culla della Civiltà. Imagini rubate al documentarismo per realizzare un film di finzione dai contorni realistici e di grande denuncia comunitaria all'interno del quale trovano posto tutte le istanze dei protagonisti della grande bugia dell'accoglienza: i migranti non li vuole nessuno milioni di persone che scappano da guerre e da persecuzioni non sono ben accolti in nessun Paese dell'Unione Europea e meno che mai nella Polonia di Jaroslaw Kaczynski. Ottobre 2021 la macchina a mano della Holland parte dal comodo viaggio a colori in aereo di una famiglia Siriana in fuga dall'Isis per farci sprofondare nella palude in bianco e nero dell'ipocrisia polacca morti annegati con il giovane Nur vittima incolpevole della violenza e l'ignoranza della Politica a cui cercano di far fronte un gruppo sparuto di attivisti. Il film premiato a Venezia 2023 è diviso in capitoli 1.La Famiglia 2.La Guardia 3.Gli Attivisti e infine L' Epilogo con l'intento di far specchiare gli spettatori in tutte le sfaccettature che sono alla base della soluzione del grande ed unico dilemma che l'Umanità ha il dovere di redimere: la provenienza geografica ha un peso specifico diverso nella richiesta di asilo?  La Holland fa suo il quesito mostrando Kilometri di filo spinato e soldati (questo sono diventati i confini della Democrazia Europea) le atrocità ai danni degli esuli sotto lo sguardo indifferente dei civili e l'informazione drogata dei media che improvvisamente svaniscono di fronte all'emergenza Ucraina: ci racconta delle persecuzioni alle popolazioni in fuga dalle guerre costrette dalle guardie di frontiera alle peggiori umiliazioni e violenze fisiche che lasciano spazio alle immagini del controllato esodo in Polonia del'Ucraina invasa da Putin: Epilogo beffardo che svela quanto razzismo si celi dietro la negazione della accoglienza. In modo formidabile la settantacinquenne regista polacca utilizza gli attori al meglio in un clima di verismo dai toni cupi nel quale il bianco e nero risulta indispensabile così come i continui cambi di registro tra buoni e cattivi traendo dalle vicende personali dei protagonisti i detonatori per un cambio di pensiero e di azione. Questo sembra suggerirci la Holland e il suo staff muoviamoci in modo molto personale a prendere coscienza e a mettere a disposizione quello che abbiamo la casa l'automobile e le nostre conoscenze prima che sia troppo tardi prima che i confini di stato diventino in modo irreparabile terra di nessuno zone rosse con licenza di uccidere per commettere qualsivoglia tortura o abuso ai danni degli esseri umani ovvero l'anticamera della sopensione della democrazia e l'imposizione della dittatura. 

Ottimo film.

Lu Abusivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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