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Green Border

Regia di Agnieszka Holland vedi scheda film

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La recensione su Green Border

di gaiart
6 stelle

Ecco il commovente racconto, tutto in bianco e nero, della Holland. Il viaggio nella speranza narra la non vita a cui esso conduce. Toccando quindi da vicino una parte di Europa, malata, essa fa germogliare inquietanti interrogativi su queste supposte e millantante democrazie occidentali. Che l'occidente abbia un problema è ormai lapalissiano.

 

Green Border'. Ed è luce sugli orrori dei migranti, al cinema

 

'Green Border' esce al cinema l'8 febbraio. La regista Agnieszka Holland indugia e racconta l'orrore dei migranti

 

Presentato in anteprima, in Concorso, alla 80. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, la regista Agnieszka Holland ha ricevuto il Gran Premio Speciale della Giuria.

 

Ora esce al cinema con Movies Inspired, mentre le vendite internazionali sono gestite da Films Boutique.

 

'Green Border', è una co-produzione che include Polonia, Belgio, Francia e Repubblica Ceca.

 

Toccando quindi da vicino una parte di Europa, malata, essa fa germogliare inquietanti interrogativi su queste supposte e millantante democrazie occidentali. Che l'occidente abbia un problema è ormai lapalissiano. E la Holland che trent'anni fa esordiva con Europa. Europa! ben lo aveva messo a fuoco già allora.

In un'Europa bipolare, da un lato culla di cultura e d'accettazione per cosi dire democratica, dall'altro autoprotetta da nuovi muri e fili spinati che fine ha fatto, ci si chiede, il sacro diritto d'asilo a popoli moralmente distrutti? L'illegitimità di calpestare diritti umani da dove origina e chi la fomenta?

Sembra in tutto questo che la seconda guerra mondiale non abbia insegnato davvero niente, nonostante il dolore creato e la morte conseguente.

Concepita come un documentario, riversa nel thriller, sfociando nel gotico e nell'horror, la pellicola è ricca di tensione e tiene sul filo lo spettatore. Empaticamente si osservano vite demolite e l'immedesimarsi nasce spontaneo. 

Bambini feriti, anziani non più in grado di camminare, corpi provati da ore di cammino, privati di acqua, cibo, rifugio. Al freddo invernale, rincorsi da pastori tedeschi e militanti infuriati. Raggiunti da colpi di carabine che pongono fine a una vita in cerca di salvezza, e proprio per questo, disposta a tutto. Tra la foresta intatta, vergine e paludi soffocanti che inghiottono, la zona verde è come un labirinto gotico dove o si muore di stenti o di violenza. 

Toccante e commovente la narrazione è archetipo della paura, mista a una natura disumana.

La sceneggiatura scritta dalla Holland con Maciei Pisuk e Gabriela Lazarkiewicx-Sieczko viene sostenuta visivamente dalla potente fotografia in bianco e nero, netta e intransigente, di Tomasz Naumiuk 

147 minuti in bianco e nero volano. Drammatico, potente, utile il film di Agnieszka Holland è necessario.

Lo per per rendere edotti gli inconsapevoli dei disastri umanitari che vivono questi poveri migranti che fuggono da guerre, soprusi, botte e avversità climatiche devastanti.

Lo è per suscitare empatia. 

Lo è per mobilitare le coscienze sul male verso cui va l'universo. E giustamente, per tutti questi motivi, per l'eleganza di realizzazione, nonostante il male che racconta, Green Border ha vinto il Gran Premio della giuria e anche quello del Sindacato della Critica. 

Ecco la motivazione:

Con un approccio duro e sconvolgente, in un bianco e nero che rende ancora più drammatica la situazione, la regista polacca descrive il trattamento violento e crudele subìto dai migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, mettendo in luce, oltre all'ovvio aspetto disumano, la volontà di ogni Stato di usare a scopo politico il flusso di gente disperata che ha perso tutto.

 

La sinossi

Green Border racconta come, dopo essere stato sconfitto democraticamente da Sviatlana Tsikhanouskaya, nel 2021 Alexander Lukashenko abbia permesso ai rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa di attraversare la Bielorussia per raggiungere l'Europa. 

Inaspettatamente però il suo non è stato un gesto magnanimo. 

Al contrario, un modo per sovraccaricare il programma europeo di reinsediamento dei migranti, portando a una vera e propria crisi umanitaria. In risposta a ciò, la vicina Polonia ha costruito un muro d'acciaio e di filo spinato per fronteggiare i massicci ingressi. 

Per costruire il muro, però, ci è voluto diverso tempo. Così quando i rifugiati arrivano a Minsk, vengono trasportati nella zona di confine, nota come la zona rossa, sita tra i boschi. Quindi, una volta giunta la notte, alcuni migranti cercano di attraversare il confine clandestinamente. Essi sperano di non essere catturati dalle guardie polacche per essere poi riportati con la forza in Bielorussia. Fra di loro c'è una famiglia di rifugiati siriani. Inoltre una solitaria insegnante di lingua inglese dall'Afghanistan. Un gruppo di volontari cerca di soccorrere i profughi che rischiano di morire nel "confine verde"...Assieme riusciranno a superare il confine o saranno fermati dalle milizie dello Stato?

Il film è distribuito in Italia da Movies Inspired e Circuito Cinema. 

 

Regia: Agnieszka Holland

Il cast 

Behi Djanati Atai, Agata Kulesza, Piotr Stramowski

 

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