Espandi menu
cerca
Green Border

Regia di Agnieszka Holland vedi scheda film

Recensioni

L'autore

EightAndHalf

EightAndHalf

Iscritto dal 4 settembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 235
  • Post 59
  • Recensioni 1083
  • Playlist 35
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Green Border

di EightAndHalf
4 stelle

L’immigrazione per Agnieszka Holland è un teatraedro: ha quattro facce – quattro capitoli, come nel film – che rappresentano i tanti possibili schieramenti, come a intendere che un confine non è solo una partita a due, ma almeno a quattro. La famiglia, il primo capitolo, in cui si presentano i protagonisti che dalla Siria o dall’Afghanistan cercano di entrare in Europa; La guardia, il secondo capitolo, del soldato polacco che non ha pietà per i migranti e insieme agli altri militari li fa rimbalzare qui e lì fra Polonia e Bielorussia; Gli attivisti, il terzo capitolo, in cui un gruppo di polacchi cerca di dare sostegno ai migranti nascosti nei boschi rischiando la galera; Julia, il quarto capitolo, in cui la singola attivista prende posizioni diverse da quelle degli altri attivisti, agendo in maniera talvolta coraggiosa talvolta sconsiderata.

Holland non riesce a dire in meno di 2 ore e 30 che il contemporaneo è sostanzialmente inafferrabile, e ha bisogno di un accumulo pietistico e raccattaconsensi che mostra brutture e miserabilismi da raccatto per spiegare quanto sarebbe più opportuno essere empatici con i poveri disgraziati che vengono rimbalzati dentro e fuori l’Europa. Il tutto dentro una patina di inutile bianco e nero che viene aggiunta esplicitamente nella prima sequenza, in cui da un’inquadratura aerea dei boschi del confine l’immagine perde gradualmente colore: un’involontaria dichiarazione di intenti in fatto di generale falsità, filtraggio e manomissione. O quantomeno di compromissione della lucidità dello sguardo, visto che i dati storiografici sono più che precisati e ostentati negli ultimi due capitoli, a fianco delle più sfiancanti frecciate retoriche sulla fratellanza che risolvono il problema dell’immigrazione - dentro una casa di borghesi polacchi che hanno spazio per accogliere tre rifugiati nella loro casa profumata.

Una tonitruante sinfonia di tristezza, morte e distruzione che si dimentica della necessità dell’efficacia formale per il veicolarsi dell’efficacia tematica, o della sensibilizzazione. Sembrerebbe tutto estraibile dalla breve sequenza in cui gli attivisti filmano i migranti per far raccontare loro davanti alla camera le loro esperienze e uno di loro si chiede a che pro si faccia, visto che tutti conoscono questa situazione nel mondo e nessuno fa niente. Perché un film di finta aderenza verista così lungo e inessenziale dovrebbe sortire un risultato diverso?

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. Utente rimosso (panunzio) 172729
    di Utente rimosso (panunzio) 172729

    è vero "il contemporaneo è sostanzialmente inafferrabile", figurarsi il futuro e alle quattro facce dell'immigrazione, occorrerebbe aggiungere l'epilogo. Il film della Holland non rivela segreti perché "tutti conoscono questa situazione nel mondo e nessuno fa niente" (concordo solo con tale conclusione), men che meno, verrebbe da aggiungere, potrebbe farlo un film.

  2. leporello
    di leporello

    Ciao ottemmezzo. Dissento largamente dalla tua autorevole opinione. Ciò che Holland non riesce (secondo te) a dire, credo invece che Holland non lo voglia appositamente dire, e lo lasci dire eventualmente agli altri. Il contemporaneo (come lo definisci tu) non è tanto "afferrabile", ma è piuttosto attaccato, intrinseco, parte integrante, cancro nella carne. L'afflato pietistico è sì nelle "case profumate", ma è molto prima inserito acriticamente nelle piaghe ai piedi di chi (suo malgrado) fugge, nella sete dei bambini piccoli e di quelli ancora (mai non) nati, o negli occhiali gentili di una donna sola, pestati con arroganza nel fango.
    Che l'ingiustizia sia un dato fondante del genere umano è consolazione adatta per i più miserabili.
    Quanto al bianco e nero, io rilevo che in certe inquadrature (in particolare quella in cui la guardia polacca "buona" si spoglia davanti allo specchio prima di coricarsi accanto alla moglie) sia niente affatto inutile, anzi: determina bene (e chiede) da quale parte non dico ci si voglia mettere, ma quale parte meriti, anzi chieda e insieme pretende, un'attenzione meno superficiale e profumata.
    Con rispetto.

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati