Regia di Cord Jefferson vedi scheda film
Cord Jefferson, fino all'altro ieri sceneggiatore e regista di serie Tv, fa il suo esordio importante e centra subito il bersaglio grosso, visto che "American Fiction" finisce alla notte degli Oscar e si porta a casa, vero, una statuetta "minore" (sceneggiatura non originale), ma è pur sempre un bel botto. Il film non è niente male, è una commedia "black", nel senso che è quasi tutta recitata da attori di colore, piuttosto raffinata, borghese e con dei dialoghi brillanti che, per me, sono la vera forza del film. Pare quasi un Woody Allen venuto bene, in certi passaggi, con questa commistione fra realtà e arte, in questo caso la letteratura. Uno scrittore di qualità, un ottimo Jeffrey Wright, davvero godibile, che difende, con i suoi libri, la storia afroamericana dalla paccottiglia stereotipata del nero povero, tutto rap e violenza, che però non vende più e, per scherzo, prova a scrivere un romanzo, con uno pseudonimo, come quelli che odia e che, naturalmente, diventa un best seller, creandogli sensi di colpia. Questa la trama principale, interessante e che fa meditare sullo stato dell'editoria (non solo americana) e della società, ma che viene un po' annacquata dalla sua vita personale, che mi pare gettata in mezzo solo per dare sostanza e minutaggio al film. Quindi, un'opera che mi ha lasciato soddisfatto a metà, sicuramente da vedere ma che, al netto di una certa critica politically correct all'America, non riesce a mantenere alta l'attenzione per tutta la sua durata. Finale multiplo e un po' ambiguo.
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