Regia di Cord Jefferson vedi scheda film
Thelonius "Monk" Ellison è un professore e scrittore di colore, dalla vita non proprio entusiasmante. Costretto ogni giorno a fronteggiare, all'interno dell'università, le conseguenze di un egualitarismo di facciata e patendo per l'insuccesso delle proprie opere letterarie, perde sovente la calma. E' di fatto obbligato e prendere un periodo di pausa dall'insegnamento; si reca a Boston per frequentare un seminario letterario e rivedere i membri della propria famiglia, con i quali i rapporti da diverso tempo sono rarefatti. Ne' la madre, ne' i fratelli se la passano bene. La prima accusa demenza senile e dovrà essere inserita in una casa di cura per contenerne le conseguenze; il fratello Clifford è un tossicodipendente il cui rapporto con la moglie si è interrotto, avendo la donna scoperto che il marito è gay; la sorella Lisa, accumulato stress a causa di una brutta separazione e delle condizioni della mamma, muore improvvisamente per un malore. Tristezza, nuove incombenze e disagi acutizzano lo spirito critico di Thelonius, il quale scrive un libro immedesimandosi in un nero dal passato turbolento e dal presente non facile, avendo un chiaro riscontro che tale genere di letturatura, nettamente "terra-terra", sia in grado di coinvolgere il pubblico ben più intensamente di quanto riescano opere "erudite". Il docente la propone al proprio agente letterario con intento esclusivamente provocatorio. Con suo sconcerto, l'opera attira l'interesse di diversi finanziatori; gli viene chiesto dall'agente di fingere d'essere il personaggio associato al nome di fantasia dell'autore. Da un lato, Thelonius non vorrebbe prender parte alla farsa; da un altro, non può rifiutare, in quanto ha bisogno di denaro per procurare le risorse necessarie al mantenimento in casa di cura della mamma. "American Fiction" è l'opera d'esordio alla regìa, ispirata al romanzo "Erasure" di Percival Everett, dello statunitense Cord Jefferson, il quale eleva una critica ad una certa ideologia che ha preso piede con forza in alcuni settori della società americana. Tale forma mentis spinge vaste fette di un imprecisato pubblico di lettori a preferire opere mal scritte, infarcite di luoghi comuni e volgarità, di scarso spessore, purchè frutto del lavoro di un appartenente ad una categoria tradizionalmente oggetto di discriminazioni (nel caso specifico : un nero), in quanto attraverso la "comunione" resa possibile dalla lettura è possibile l'"emenda", l'"assoluzione" per le responsabilità appartenenti a quelli che, aventi connotati somatici, etnici, di origine o censo, simili in tutto o in parte a quelli dei lettori, hanno attuato o reso possibili tali discriminazioni. Tale atteggiamento è espressione del già citato egualitarismo di facciata - e, pertanto, intrinsecamente ipocrita - il quale provoca il disgusto di Thelonius. Egli ed i membri della sua famiglia sono neri, ma non sono vittima di discriminazioni, se non ad opera di qualche, ignoto quanto innocuo, cialtrone. Ognuno di essi ha avuto nella vita successi ed insuccessi, a prescindere dal colore della pelle. Eppure, secondo la descritta mentalità, essi andrebbero "protetti" a prescindere. E non è forse questa la più grande tra le discriminazioni, poichè implica il riconoscimento di una differenza tra persone adducendo a motivo tratti somatici e pigmentazione tout-court ? Le conseguenze di ciò sono il vedere l'ottimo scritto di un autore nero classificato "letteratura afro-americana", pur non affrontando minimamente temi "razziali", e testi dozzinali che raccontano contesti di vita difficile - o, semplicemente, con neri - diventare casi mediatici di una portata tale da rendere barcate di soldi ad agenti, editori, produttori vari, i quali cavalcano l'onda per esclusivo vantaggio personale; senza rendere, quindi, alcun servizio ai "discriminati", ne' veri, ne' presunti. Il protagonista è interpretato da Jeffrey Wright; da uomo razionale, sincero e genuino qual è - nel bene e nel male; non ha un buon rapporto con il fratello, anche perchè quest'ultimo è gay - soffre nel trovarsi invischiato in una vicenda torbida cui egli stesso ha dato causa. Il dolore diventa nervosismo, ne paga le conseguenze il rapporto appena nato con Lorraine. Una via d'uscita ? Non c'è, se non all'interno di una realtà ... resa finzione. La tematica è dunque interessante ed attuale; l'ironia è a tratti graffiante. Il ritmo del racconto, molto, troppo lento, a mio parere. Prevale il tono della commedia, anche se la storia di Thelonius non è certo divertente. Orfano di un padre non dei migliori, morto suicida, ha un cattivo rapporto con l'irrequieto fratello, patisce la morte della sorella ed è costretto a confrontarsi anche psicologicamente con il degrado mentale della mamma. Per meglio apprezzare quest'opera, ritengo necessaria una buona conoscenza dell'evoluzione del pensiero sociale statunitense, oggetto della critica; azzarderei, inoltre, l'ipotesi per la quale vedere il film in lingua originale potrebbe fare la differenza. Il piacere della visione è stato purtroppo minato dalla lentezza del suo fluire; ho tuttavia apprezzato la portata della critica, che, del resto, condivido pienamente.
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