Espandi menu
cerca
Concrete Utopia

Regia di Tae-hwa Eom vedi scheda film

Recensioni

L'autore

axe

axe

Iscritto dal 23 marzo 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 27
  • Post -
  • Recensioni 1474
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Concrete Utopia

di axe
6 stelle

Una serie di disastrosi terremoti distrugge la città di Seul. Venute meno le strutture alla base della moderna convivenza civile e non ricevendo alcun aiuto da fuori città, i sopravvissuti si organizzano per vivere a tempo indefinito nel nuovo contesto. Si apre ben presto un conflitto tra i proprietari degli appartamenti dell'unico condominio non crollato ed altri superstiti, costretti a trovare riparo tra le macerie. L'energico Yeong-Tak, divenuto leader dei "proprietari", rende coeso il loro fronte. Ma è o no, egli stesso, un "proprietario" ? Ci giunge dalla Corea Del Sud un film drammatico, basato su premesse "catastrofiche" il quale racconta l'evoluzione delle dinamiche sociali a seguito di un'improvviso venir meno degli agenti istituzionali che le regolano - e, pertanto, della loro cogenza - connesso ad un evento estremo. Privi di quei punti di riferimento che hanno disciplinato ogni aspetto della loro vita, gli uomini si riorganizzano con lo scopo di dar soddisfazione alle loro necessità primarie; combattere fame, sete, freddo e prevenire minacce dai loro simili. La più complessa tra le organizzazioni "spontanee" nasce all'interno del condominio rimasto integro, benchè senza servizi. Tra i "proprietari", nuova casta dominante, s'instaurano accordi di mutua assistenza, per gestire i rapporti con i "senza casa", i quali, con insistenza sempre maggiore, reclamano aiuto. Inizialmente, prevale l'altruismo. Ma dura poco; da una parte, contrasti sempre più accesi tra i condomini, da un'altra la montante rabbia dei superstiti, alimentata da voci infondate circa episodi di cannibalismo, recano il caos anche all'interno del palazzo meno toccato dal disastro. Il racconto segue le vicende di due condomini, il mite Min-Sun (Park Seo-Joon) e la  moglie Myung-Hwa (Park Bo-Young), rispettivamente dipendente pubblico ed infermiera. Le caratteristiche legate ai ruoli dei due protagonisti prima dell'ondata di terremoti li rendono persone in grado di dare un contributo nel periodo successivo. Yeong-Tak (Lee Byung-Hun) ne tiene conto, ma li avrà come antagonisti nel momento in cui la coppia, disgustata dal crescente egoismo alimentato dal leader, apprende che quest'ultimo, pronto a catalizzare la rabbia della "casta dominante" contro i disprezzati superstiti i quali si aggirano affamati ed infreddoliti all'esterno del condominio ... non fa parte di tale insieme. E' un impostore, probabilmente anche un assassino. E' sufficiente ciò per ottenere che l'odio per il diverso gli si torca contro ? Ancora no. Ad ogni modo, non c'è speranza per l'isola di "civile" egoismo costituita dal condominio ed i suoi occupanti. Una massa inferocita si lancia al suo assalto, espugnando il "fortino". Ciò segna per Myung-Hwa un nuovo inizio; si profila la nascita di nuovi consorzi basati sulla collaborazione e l'uguaglianza. Il regista Um Tae-Hwa dirige un'opera dai ritmi blandi; non è suo interesse intrattenere - pur non mancando sequenze "catastrofiche" - raccontando una fine del mondo, della quale sono incerte le cause; con piglio quasi documentaristico, racconta l'inizio di una nuova società. Analizza le dinamiche, sociali ed emotive, di transizione da un contesto estremamente complesso, costitutito da un intreccio inestricabile di regole, leggi, convenzioni - quale può essere quello del nostro "Occidente" - ad una situazione inedita, primigenia, ove può prevalere prima l'istinto, poi la legge del più forte e di seguito rivelarsi scelta migliore il tornare ad una forma di collaborazione paritaria sulla base di un riconoscimento dell'utilità di ciascun individuo. Il racconto non mi ha particolarmente emozionato. Sorvolando sulla verosimiglianza degli accadimenti - i disastri devono aver evidentemente spazzato via infrastrutture sull'intero pianeta, dal momento che non giungono ne' aiuti ne' comunicazioni da altre località - ritmi lenti, dialoghi prolissi resi con un doppiaggio non indimenticabile, limitano il coinvolgimento. Ho trovato invece interessante l'analisi sociale, la quale reca ovvi riferimenti alla nostra contemporaneità.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati