Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Fin dalle prime immagini si ha chiara l'impressione di essere di fronte ad una scemenza di insopportabile caramellosità e tale impressione cresce con il procedere del film. Avati ambienta una storia in tempo di guerra, ma manca soprattutto la guerra e il racconto è come ambientato su una nuvoletta dove ci si può bellamente impipare di quanto avviene attorno e si può cantare e ballare l'amato jazz mentre intorno si ammazza e si brucia. La sensazione che trasmette questo film è davvero fastidiosa e se il regista bolognese voleva, ancora una volta, manifestare tutto il suo amore per il jazz e per l'America, bisogna dire che questa volta ha toccato i tasti sbagliati. E ci ha anche un po' rotto le scatole.
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