Regia di Sébastien Vanicek vedi scheda film
Un ragazzo di colore con la passione per gli insetti acquista un ragno apparentemente innocuo da aggiungere alla sua collezione. Il ragno riuscirà a scappare, a riprodursi in maniera spropositata e a trasformare un intero palazzo in una trappola mortale da cui non pare esserci via di uscita. Il film parte con delle buone premesse, cercando di sfruttare fin da subito l’innata repulsione che le persone provano per gli insetti. L’atmosfera cupa è quella dei sobborghi francesi e casermoni disagiati in cui la gente si arrabatta in tutti i modi per portare a casa di che sostenersi. Lotte, litigi, battibecchi tra amici e parenti fanno da sfondo. Purtroppo, proprio nel momento in cui la vicenda dovrebbe entrare nel vivo, finisce per afflosciarsi e a richiamare troppo da vicino pellicole che, in salsa analoga, hanno saputo fare (assai) di meglio. Un po’ Alien, un po’ Rec, Vermin non riesce a creare la giusta adrenalina, né a spaventare più di tanto, mentre assistiamo alla fuga dei malcapitati dal palazzo infestato. Rimane la repulsione per gli aracnidi di turno, ma non basta.
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