Regia di Sébastien Vanicek vedi scheda film
Discretamente realizzato per essere un prodotto Netflix, ma troppo lungo(una storia e dei personaggi del genere che qui non reggono i 105'), ambientato nella periferia francese(in un palazzone alveare che chissà se esiste davvero, da forma circolare in verticale a richiamare forse proprio nidi o uova, di ragni),tutta immigrazione e con un francese bianco minoranza come personaggio nel film, ma pure nella realtà, con protagonisti banlieusar che difficilmente sono distinguibili anche per lo spettatore svezzato a cinema d'oltralpe, oltre che le ormai scontate per film di questo filone, bordate riservate quasi esclusivamente alla polizia nell'adrenalinico ma assurdo finale spara-tutto nel parcheggio sotterraneo, e al suo modo di agire da Stato d'emergenza(perché nel film non lo è a tutti gli effetti?), punto a sfavore la troppa CGI.
In pratica non c'è nemmeno un ragno vero, e questo fa già rimpiangere i titoli cinema e tv del ricco filone "aracnofobico'' anni '70 e '80.
La specie è poi credo ampiamente immaginaria, vista la sua prolificazione, aggressiva letalità e intelligenza da film di fantascienza, oltre che le dimensioni da "Tarantula" di Jack Arnold.
Discreti alcuni temi della colonna sonora, tranne per la brutta canzone rap sui titoli di coda.
Fotografia scura di suo e prevalentemente al buio, dai colori carichi, saturi, luci caramellose e sparate tipica dei prodotti Netflix, che però fa si che non puoi minimente vederli senza distinguere niente, alla luce esterna sopra lo schermo anche grande, di un cellulare.
"La Horde" e "Attack the Block", già di per sè non dei film di grande spessore, per la comune vena immigrazionistica e ambientazione ansiogeno assediata in un grande palazzone conglomerato di periferia, erano però comunque superiori.
John Nada
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