Regia di Sébastien Vanicek vedi scheda film
Per chi è aracnofobico come me, film come questi sono una bella sfida e, quasi naturalmente, guadagnano punti. Bisogna però ammettere che il film dello sconociuto Vanicek, fa egregiamente il suo lavoro pur restando nella serie B del cinema horror contemporaneo. Vanicek non si perde in troppe chiacchiere inutili, giusto quelle sufficienti a dare un minimo di spessore ai personaggi che abitano un palazzone di una tipica "banlieu" francese: musica rap, piccoli escamotage per tirare a campare e, da parte di uno di loro, una curiosa passione per gli insetti, che tiene chiusi in un rettilario nella sua stanza. Purtroppo un giorno compra il ragno sbagliato, che ovviamente fugge dalla sua confezione precaria e comincia a infestare, con una rapidità impressionante, tutto l'edificio. Un ragno velenosissimo e tendente a riprodursi anche nelle dimensioni, finendo a essere davvero grande, orrendo e cattivo. Immaginatevi, ora, centinaia e centinaia di questi aracnidi, fra l'altro molto aggressivi, sparsi per i quindici piani di casa vostra: ce n'è abbastanza da far tremare le gambe. Questa la trama, un tipico "survivor", che vede un pugno di ragazzotti cercare di fuggire dal palazzo, precedentemente sbarrato dalle autorità per possibile "malattia contagiosa". Il ritmo, quindi, si alza quasi subito e il pedale sull'acceleratore rimane premuto per tutti i 100 minuti di durata, con una durezza e una concitazione notevoli, senza finire nel grottesco. Gli effetti dei ragni sono davvero sorprendenti, ben fatti, e ve li sentirete addosso anche dopo la fine della visione. Un ottimo horror, adrenalinico e abbastanza originale. Per una volta non ci sono zombies cattivissimi, ma ragni. Che, almeno per me, è molto peggio.
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