Regia di Fabrizio Corallo, Valeria Parisi vedi scheda film
Un documentario per ricordare Ennio Flaiano, tra i massimi scrittori italiani del Novecento, a cinquant'anni dalla scomparsa (1972-2022).
I meriti di Ennio Flaiano nel cinema non saranno mai più di tanto chiari, per molteplici motivi: innanzitutto la rapidità e l'approssimazione con cui lavorava la gigantesca macchina dei 'cinematografari' nel suo periodo di massimo splendore, dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, che è quello a cui Flaiano ha preso parte; e poi per una naturale ritrosia da parte dello scrittore pescarese, a cui non piaceva apparire, fare vita di società, apporre firme. Questo documentario si propone di dire qualcosa di più su questi meriti e lo fa in modo incisivo, preciso e attendibile, utilizzando le voci dei massimi esperti in materia flaianea, dalle interviste d'archivio con Vittorio Gassman, Suso Cecchi d'Amico e l'immancabile Fellini a quelle appositamente realizzate con Goffredo Fofi, Francesco Piccolo, Anna Longoni, Gianfranco Angelucci. Ma naturalmente Flaiano non è solo cinema e il lavoro di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi si spinge a raccontare l'infanzia travagliata dell'intellettuale, il suo rapporto viscerale con Roma, il suo disincanto dai metodi della politica contemporanea, il suo amore per la moglie Rosetta Rota e quelli per la letteratura, il teatro, la pittura, i viaggi. A fare da guida in questo rimarchevole excursus, senza dubbio il più completo realizzato fin qui sullo scrittore, ci sono il volto di Cecilia Dazzi e la voce di Neri Marcoré, cui spettano le citazioni dei brani più celebri e di alcuni fulminanti aforismi flaianei. 7/10.
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