Regia di Frank Ripploh vedi scheda film
Regista e interprete di se stesso, Frank Ripploh ha creato un film diventato emblema della spensieratezza omosessuale, l'ultimo rantolo del cigno (più che canto) prima che scoppiasse il flagello dell'Aids. E' una sorta di rivincita del protagonista in seguito al licenziamento dal ruolo di supplente scolastico, causato dallo svelamento pubblico della sua vita sessuale, votata alla continua ricerca di avventure tra uomini. Il film si concentra appunto sulla cronaca di questi fatti, intrecciati alla relazione con un ragazzo che invece vorrebbe una vita di coppia più fedele e ai dubbi che riguardano il futuro, la vecchiaia.
Girato chiaramente con pochi mezzi e con approssimazione tecnica, Ai cessi in taxi ha i pregi del coraggio (la franchezza totale ed esplicita nei confronti del sesso libero), della mancanza di morbosità sterile, dell'ironia giocosa, mentre si ritorcono contro i difetti di uno stile instabile e mediocre, una storia alla fine un pò troppo scarna e vari momenti di noia.
In Italia naturalmente circolò con oscuramenti delle scene hard, ma ho avuto modo di vedere la versione originale con sottotitoli inglesi. Curioso, ma non certo imperdibile. 6 risicato.
Mediocre.
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Sono d'accordo sui pregi (esposizione senza filtri e censure) e difetti (un po' monocorde) che stabilisci, ma secondo me prevalgono assolutamente i primi: è un film coraggiosissimo e io sono sempre dalla parte di chi "osa".
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Ho avuto modo finalmente anch' io di vedere il film senza censure ridicole e devo dire che a distanza di anni si conferma un' opera coraggiosa, sincera fino all' autolesionismo.Amore, sesso, solitudine...c' e' dentro tutta la verità della condizione omosessuale, senza inutili ruffianerie per compiacere il pubblico " normale" e senza i piagnistei di cui il pubblico gay sembra non poter fare a meno.Un film spiazzante e audace, come pochi altri.
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