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La società della neve

Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film

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La recensione su La società della neve

di Gangs 87
6 stelle

Quando la squadra di rugby degli Old Christians Club deve raggiungere il Cile per disputare un incontro al di là della Cordigliera delle Ande, ad incaricarsi del volo è l'aeronautica militare uruguaiana. Il Fokker/Fairchild FH-227D catalogato con il codice di volo 571 però si schianta su un ghiacciaio nel cuore delle Ande. Dei 45 passeggeri solo 29 sopravvivono allo schianto. Intrappolati in uno degli ambienti più ostili del pianeta, feriti e senza scorte di cibo, per sopravvivere, metteranno in atto le misure più estreme.

 

Dopo aver raccontato uno degli eventi più catastrofici che il nostro tempo ricorda, lo tsunami del 2004 nell'Oceano Indiano in The Impossible, Juan Antonio Bayona torna a dirige una pellicola che mette in scena tutta la potenza della natura. Tra le montagne innevate delle astiose Ande di ottobre, adattando l’omonimo libro di Pablo Vierci, che raccoglie i racconti dei sopravvissuti alla tragedia, la pellicola di Bayona si sviluppa su due linee narrative: la cronaca degli eventi e l’impatto emotivo e fisico che questa disavventura ai margini del mondo, senza via d’uscita, ha sui superstiti.

 

Tra gli aspetti morali legati al cannibalismo, che Bayona decide di raccontare scegliendo di non mostrarcelo (quasi) mai, la spiritualità e l’istinto di sopravvivenza che prende il sopravvento oltre ogni cosa, la pellicola vuole principalmente mettere in luce la debolezza umana di fronte alla potenza della natura, elemento incontrollabile. Cercando di creare nello spettatore una sorta di immedesimazione, un coinvolgimento emotivo e mentale, il film di Bayona, con la sua andatura lenta e spesso troppo corposa, insiste sulle situazioni concedendo troppo spazio alla quotidianità che si trascina per la maggior parte della durata, lasciando ai margini l’incipit e l’epilogo, esprimendo l’intenzione di voler dare voce alle vittime e alla loro esperienza più che all’incidente in sé.

 

Per questo motivo la pellicola funziona a tratti. Ci sono momenti di estrema intensità e coinvolgimento e altri che, ripetendosi quasi uguali, finiscono per appesantire la visione, spezzando l’attenzione dello spettatore che si perde in una quotidianità difficile da immaginare e sopportare. In sostanza comunque un buon film che non sembra avere le pretese di una pellicola indimenticabile, eppure possiede delle caratteristiche che la rendono, a suo modo, memorabile.

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