Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - FILM DI CHIUSURA
Nel 1972 una intera squadra uruguaiana di rugby, impegnata a trasferirsi in Cile per disputare un importante incontro, resta coinvolta in uno schianto aereo sulle cime della Cordigliera delle Ande.
40 passeggeri a bordo tutti pressoché legati alla squadra e 5 membri dell'equipaggio.
Dopo il rovinoso schianto si una parete rocciosa, l'aereo si spezza in due tronchi e quello con più passeggeri si incanala presso un nevaio finendo la sua devastante corsa in mezzo ad una vallata colma di neve.
Dei 45 passeggeri ne sopravvivono miracolosamente 33 allo schianto, ma, in mancanza di soccorso e creduti tutti morti, i superstiti cercheranno di mantenersi in salvo arrivando a cibarsi della carne congelata dei cadaveri circostanti.
Dopo oltre due mesi e mezzo di agonia, sedici persone riuscirono a sopravvivere a quell'inferno di ghiaccio, neve ed intemperie.
La tragedia dell'aereo schiantatosi tra i ghiacciai delle Ande nel '72 viene ricostruita meticolosamente da Juan Antonio Bayona attraverso una grande produzione finanziata da Netflix, che affossa il precedente americano discutibile e superficiale rappresentato da Alive di Frank Marshall, uscito oltre trent'anni orsono.
Cast più coerente e convincente, ottime scene di gran realismo, qualche lungaggine di troppo per il regista spagnolo piuttosto lanciato, noto già dai tempo dell'apprezzato ed inquietante Orphanage, ormai di stanza in Usa e quasi sempre una garanzia di una certa solidità di fattura.
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