Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film
80° MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA - FILM DI CHIUSURA
Nel 1972 un aereo che trasportava una squadra di rugby uruguaiana cadde sulle Ande e i superstiti all'impatto sopravvissero oltre due mesi sui ghiacciai cibandosi dei cadaveri dei compagni morti.
Si tratta di una vicenda nota e già portata sul grande schermo da Hollywood nel 1993 con Alive di Frank Marshall. Questa volta sono i sudamericani stessi a farne un film, prodotto da Netflix e affidando la regia allo spagnolo J.A. Bayona.
Ne viene fuori una pellicola di alto impatto emotivo, che ci rende partecipi di quel dramma umano, soffermandosi sulle personalità dei vari sopravvissuti, sulla loro reazione al dramma che li ha travolti, alle condizioni estreme in cui tengono duro e alla paura di morire, sui tentativi infruttuosi di contattare la civiltà via radio, sui dilemmi morali circa la liceità di cibarsi dei propri amici per salvarsi la vita, sul senso della vita e di una morte come quella che incombe ogni giorno su di loro e che si porta via alcuni di sopravvissuti iniziali prima dell'insperato salvataggio degli ultimi diciassette.
Bayona sa dosare il ritmo e la tensione, anche tramite un montaggio azzeccato, per far scorrere fluidamente le due ore e mezza di durata. Per rendere il film più realistico possibile, ha girato per quattro mesi le scene in sequenza sulle Ande e sulla Sierra Nevada spagnola , con gli attori che man mano dimagrivano, seguiti da un nutrizionista. Un cast corale per concedere il giusto spazio a ciascuno dei diversi personaggi, senza concentrarsi in maniera particolare su uno od alcuni "eroi". La "società" titolo fa riferimento alla profonda solidarietà che si crea tra i sopravvissuti e che è fattore fondamentale per la loro incredibile salvezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta