Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Il giovane agostino, scolaro di terza media appartenente ad una famiglia agiata, trascorre un mese di vacanza estiva assieme alla bella madre, presso la laguna veneziana.
Orfano di padre, Agostino, ben educato ed istruito, ha sviluppato un attaccamento verso la madre così forte, da trasfigurarla in una dea verso la quale dipendere con tutto se stesso, e sulla quale accentrare ogni attività o interesse; tanto più ora che, nel bell'albergo che li ospita, i due vivono e dormono nello stesso ambiente.
Il giorno in cui la bella madre comincia a venir coinvolta dalle attenzioni di un giovane uomo che tenta, pur con garbo di approcciarla, Agostino si vede in qualche modo sfidato da un avversario temibile, in grado di arrecare danno a quell'attenzione esclusiva su il ragazzo, da figlio unico di madre vedova, poteva fino a poco tempo prima contare in modo assoluto.
Quando l'attenzione del ragazzo si sposta finalmente verso i suoi coetanei, ecco che Agostino inizierà a confrontarsi con alcuni coetanei locali, divenendo oggetto di goliardie e scherzi da parte dei figli dei pescatori delle isole vicine, e rischiando altresì di divenire oggetto di oscuri desideri da parte di un ambiguo pescatore locale.
Tenterà anche, con l'aiuto di uno scaltro ragazzo più maturo, di avviarsi verso la sua prima esperienza sessuale con una prostituta locale, ma anche questo suo desiderio, votato dalla necessità di allontanarsi almeno in parte da questa sua venerazione per la madre, si rivelerà un fallimento.
Da una accurata sceneggiatura che Goffredo Parise ha tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, il bravo Mauro Bolognini trae un film che riesce a sondare con intensità e senza inutili edulcorazioni, sullo scombussolamento che l'avvio della maturità sessuale innesca nel nostro riflessivo ed intelligente protagonista.
Privilegiato da una condizione sociale che lo induce, più di altri suoi coetanei, a maturare una consapevolezza più meditata delle incognite legate alla sua imminente maturazione sessuale, Agostino vive un suo calvario personale nel venire a conoscenza di come la figura materna debba necessariamente essere sostituita da altri riferimenti: una consapevolezza che apporta dapprima dispiaceri e dolori, ritrosie e gelosie annesse, ma che poi attribuisce al ragazzo quella inevitabile esigenza di scoperta di un mondo e di una sessualità che divengono tappe essenziali della maturità di ogni essere umano.
Il racconto per immagini e situazioni che il film riesce a restituire, è eccezionale sia per sincerità espositiva, sia per la purezza del sentimento, forte e confuso, che appare dominare le scelte concitate e confuse del nostro stupendo protagonista. E mirabile è la concretezza che traspare nella descrizione della confusione sessuale che coglie l'adolescente nel momento in cui si trova dinanzi, con la ruvida crudezza del caso, ad una verità che il suo animo ancor bambino, così vincolato alle buone maniere appartenenti al proprio status sociale, appare così poco propenso ad accogliere, se non nella curiosità di una sessualità nascente che inizia a dominarlo e a guidarlo verso nuove scoperte e consapevolezze.
Ingrid Thulin, bella ed austera come una dea, ma anche dolce e materna come la madre che ogni ragazzo desidererebbe avere al suo fianco, è perfetta ad impersonare la mamma di Agostino.
Il protagonista, ottimamente reso in tutte le sue sfaccettature sia fisiche che caratteriali, è interpretato dall'ottimo Paolo Colombo. Tra gli altri interpreti, in gran parte adolescenti locali o ragazzi romani, in entrambi i casi di forte stile e fisico pasoliniano, spicca un altro bravo interprete professionista, ovvero John Saxon, nel ruolo di Renzo, il giovane corteggiatore della mamma del protagonista, nonché principale antagonista di Agostino, fino a poco prima unico beneficiario dei favori della bella genitrice.
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