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Agostino - La perdita dell'innocenza

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Agostino - La perdita dell'innocenza

di mm40
6 stelle

Morbosamente attratto dalla madre, Agostino non è più un bambino e non è nemmeno un adolescente: vuoi per gli effettivi limiti anagrafici, vuoi per la maniera protettiva in cui la donna l'ha cresciuto; posto di fronte al 'mondo' da solo, i nervi del piccolo crollano, inevitabilmente. Le rivelazioni scioccanti sono essenzialmente due (e riassumono la potenza del romanzo di Moravia da cui il film è tratto, scanaggiato da Parise): gli adulti sono infidi, compresa l'amata icona materna, ed i bambini sono sostanzialmente piccoli adulti, percui Agostino comprende all'improvviso di trovarsi isolato ed indifeso. Il film ebbe una pessima accoglienza, venne presto ritirato dalle sale e francamente ciò pare ingiusto: di situazioni particolarmente crude non ve ne sono, ma non dimentichiamo che atroce mannaia sapeva essere la censura democristiana di quegli anni. Moravia stesso si disse soddisfatto; in particolare risaltano la splendida Thulin, materna ma mai calda, ed il bianco e nero malaticcio di Aldo Tonti, che non permette al sole estivo di intromettersi in tutta la sua forza. Lavoro breve (un'ora e mezza), ma anche piuttosto statico.

Sulla trama

Agostino passa un mese in villeggiatura a Venezia con la madre, vedova ancora giovane e piacente. Quando la donna viene corteggiata da un ragazzo, per Agostino è una doppia sconfitta morale: la delusione e lo sconforto causato dall'assenza materna (impegnata a frequentare il giovane) si accompagnano all'incontro con un gruppetto di suoi coetanei, che si rivelano più furbi, più esperti del mondo (fumano e parlano di sesso) e più violenti di Agostino.

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