Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
E' stato il mio primo approccio al cinema di Fassbinder, e devo ammettere che ne sono rimasto davvero estasiato: ha rappresentato la scoperta di una dimensione, a me, nuova; un cinema che mai ho avuto modo di incontrare, prima d'imbattermi in questa sublime pellicola. Un cinema, davvero sui generis, in cui il tempo sembra fermarsi, trasferendo la mise en scène in una atmosfera dai confini evanescenti, in uno spazio indefinito - quasi etereo - dove si stagliano figure anch'esse indefinite; come se l'instabilità psicologica, che caratterizza i personaggi, trovasse forma esteriore, oltre che nel comportamento, in una sorta di fisicità quasi sovrannaturale. Sembra quasi che i loro corpi siano avvolti da una sorta di alone luminescente, che li isola, che li rende dei simboli, che finisce per annientare ogni sorta di individualità - a tal punto che, in conclusione, pare affievolirsi la componente umana che li aveva caratterizzati in partenza, come in una sorta di processo catartico.
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