Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
A onor del vero, non sembra un lavoro di Bunuel. Del suo stile e delle sue astrazioni, si vede ben poco. Susana è, banalmente, una storia di ordinario disordine, una sorta di prototipo delle moderne telenovelas in cui un solo elemento è capace di attrarre a sè ogni individuo maschile in circolazione, creando scompensi nei rapporti sociali destinati comunque a deflagrare. Da questo punto di vista Susana rappresenta piuttosto una metafora della misoginia di stampo cristiano, dell'identificazione della donna con satana e, per nulla, un personaggio reale. Susana è priva di furbizia, gioca sporco in maniera distruttiva, il suo scopo non è garantirsi un tetto o una sicurezza ma solo provocare distruzione, incarnare il diavolo tanto invocato dalla governante e turbare una pace familiare che tornerà miracolosamente al suo posto una volta estirpato il male. Il finale è catartico e quasi disturbante nella sua luminosità ma, ricordiamolo, qui di Bunuel si vede poco. Voto: 7,5.
Deliziosa e diabolica, incarna bene la ragazza dall'apparenza innocua ma dall'animo machiavellico.
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