Regia di Ti West vedi scheda film
L'unica speranza, dopo questo pessimo terzo episodio, è che la storia di Maxine sia finita qui, per sempre. La trilogia di Ti West, passa dal mediocre ("X") al buono ("Pearl") e al pessimo, con questo film. L'unica superstite di "X", che quantomeno era davvero un horror, è questa Maxine (Mia Goth, che qui mi è antipatica dal primo all'ultimo minuto) che si ritrova nella Los Angeles anni ottanta, a Hollywood, per cercare di svoltare la carriera come attrice "seria", lei, ancora famosa nel porno. Ti West è bravo solo ne ricostruire l'atmosfera del tempo, fra musiche sintetizzate, cocaina, lustrini e pettinature, mentre fallisce su tutta la linea nell'imbastire un horror che horror non è, se non, invece, un patetico thriller con tanto di solito serial killer, prostitute come "carne da cannone" e vecchi detective hard boiled. Uno schema trito e ritrito, per un film senza forza, noiosissimo, ben lontano dagli altri due. Fra uno sbadiglio e l'altro (e anche, lo ammetto, qualche abbiocco importante) sono riuscito a malapena ad arrivare alla fine delle quasi due ore. Va bene una certa estetica, anche cinematografica, anni ottanta, ma si doveva assolutamente fare meglio. Triste finale, per una trilogia sghemba, che in "Pearl" il suo paragrafo migliore.
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