Regia di Ti West vedi scheda film
Ti West, regista specializzato in pellicole horror fattosi notare con The House of the Devil, The Innkeepers e il found-footage The Sacrament, porta a conclusione la sua trilogia “X” con protagonista Mia Goth con MaXXXine ma, questa volta, fa (forse) il passo più lungo della gamba.
Serie dal gusto vintage ed estremamente postmoderno iniziata nel 2022 con X - A Sexy horror Story, ispirato dal cinema horror degli anni ’70, e proseguita qualche mese dopo con Pearl, una rivisitazione delle pellicole dell’età d’oro di Hollywood, che si è rivelata una sorta d’intermezzo con MaXXXine e un terzo capitolo che è soprattutto un sentito omaggio al cinema thriller degli anni 80.
Una trilogia/tributo cominciata in una fattoria del Texas omaggiando lo stile di Tobe Hooper e Wes Craven proseguendo con un’incursione nel cinema melò degli anni’40 e giungendo infine a Hollywood con la protagonista Maxine, stella del cinema porno e ora aspirante star del cinema horror.
MaXXXine Goes To Hollywood
Un’operazione tanto originale quanto complicata che non avrebbe motivo di esistere senza (soprattutto) il volto (e il corpo) di Mia Goth, femme fatale e, al tempo stesso, inquietante ibrido di bellezza e mostruosità ma anche musa, collaboratrice e co-autrice, con Ti West, di una trilogia che attraversa la decostruzione dei generi ripercorre la storia stessa del cinema, con i suoi linguaggi e le sue regole, anche ribaltandole.
Mia Goth è anche l’attrice che interpreta Maxine e Pearl (da vecchia) in X, la stessa Pearl (ma da giovane) nell’omonimo film e ancora Maxine nell’ultima pellicola chiudendo definitivamente il cerchio.
Unica costante in ognuno dei film, Mia Goth è la rappresentazione definitiva della “final girl” e rappresenta, in sintesi, la rivincita femminista (!?) di tutti i corpi femminili sfruttati, feriti, martoriati, abusati o quanto meno sacrificati (allo sguardo sadico e/o libidinoso del maschio), in tutti questi anni sull'altare del cinema horror.
Ma la trilogia è anche un “tributo” all’immoralità del cinema stesso e un atto d’accusa alla Fabbrica dei Sogni, tale solo nell’immaginario collettivo alimentato dalla stessa Fabbrica ma spesso nella realtà un incubo per le molte persone con la speranza di farsi strada verso la vetta ma rimanendoci troppo spesso ai bordi, di quella strada.
Un’allegoria che ruota attorno al concetto di divismo declinato in tuti i suoi aspetti, anche quelli più tragici, ma che insiste soprattutto sul concetto di amoralità e di crudeltà come requisito assolutamente fondamentale per il successo.
perchè Hollywood divora i sogni delle persone e le sue strade sono lastricate di cadaveri.
"In questo settore finché non sei conosciuto come un mostro non sei una star" Bette Davis
Tralasciando tutte le altre pellicole, soprattutto Hollywoodiane, che ipocritamente indicano Hollywood come il Male Assoluto (o quasi), West persegue nel suo scopo almeno con una certa coerenza drammatica, schizofrenicamente a cavallo tra una versione più grezza e trucida di C’era una volta a… Hollywood di Tarantino e una meno allucinata e radicale di Babylon di Damien Chazelle, ma con un’evidente consapevolezza del mezzo e dei riferimenti cinematografici, non limitandosi però a giocare con l’immaginario degli anni’80 ma ambientando direttamente il suo film nel 1985 e citando un vero serial killer che in quel periodo terrorizzava la California, da Los Angeles a San Francisco, ovvero Richard Ramirez, conosciuto come il Night Stalker, che da aprile 1984 ad agosto 1985 uccise, almeno, quattordici persone. Arrestato e condannato a morte nel 1989, morì in carcere nel 2013 mentre era ancora in attesa dell’esecuzione.
Il cinefilo Ti West realizza infatti una pellicola in puro stile slasher anni ’80 e con tantissime citazioni cinematografiche (e meta-cinematografiche), tra varie strizzatine d’occhio e tributi ai veri registi che hanno fatto la storia del genere, da Alfred Hitchcock a Dario Argento e al giallo all’italiana (includendo anche di Bava e Fulci) come pure anche di film puramente underground o d’exploitation (Hardcore di Paul Schrader) per finire, anche & soprattutto, con un regista iconico come Brian De Palma, da Carrie – Lo sguardo di Satana a Vestito per uccidere ma soprattutto con Omicidio a luci rosse, tutte pellicole che troviamo infuse, per suggestione e/o estetica, in MaXXXine come, per esempio, l’utilizzo di un elemento distintivo come lo schermo condiviso, tecnica di cui De Palma ha fatto ampio uso in passato.
Ma gli omaggi non finiscono certo qui, da Ruth Adler reincarnatasi nella regista interpretata da Elizabeth Debicki, con tanto di stivaloni d’epoca, al detective di Kevin Bacon vestito come Jack Nicholson in Chinatown di Roman Polanski (incluso anche di naso incerottato) per passare poi ai cosplay di Buster Keaton, Charlie Chaplin e della Wonder Woman di Lynda Carter, ma anche con evidenti richiami a Maniac di Lustig o allo stesso Psycho, omaggiato in maniera molto più diretta.
Ma dell’intera trilogia questo è probabilmente il titolo più debole e sebbene il regista e la sua star continuano la loro “tesi” esplicativa di omaggio & critica alla Hollywood di un tempo, con continue connessioni tra sesso e violenza e tra porno e horror, non ha purtroppo la (goliardica?) brutalità del primo né le ambizioni (eccessivamente?) autoriali del secondo, la rivelazione finale del killer poi e il conclusivo "intervento divino" a risolvere la situazione (metafora del regista/Dio e moderno Deux Ex Machina che decreta unilateralmente come deve finire la storia?) non è decisamente all’altezza delle aspettative create dalle pellicole precedenti e, anzi, rasenta spesso il ridicolo o il surreale, accartocciandosi in un eccesso di “sicurezza” (edonismo?) che causa purtroppo qualche sorrisetto probabilmente non cercato.
Rimane comunque l’interpretazione sempre eccezionale di Mia Goth come restano di primissima qualità quella di un cast che include anche Elizabeth Debicki, Giancarlo Esposito, Kevin Bacon, Moses Sumney, Michelle Monaghan, Bobby Cannavale, Halsey e, direttamente dal primo volo da Parigi per LA, Lily Collins.
VOTO: 6
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