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MaXXXine

Regia di Ti West vedi scheda film

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La recensione su MaXXXine

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: MAXXXINE

 

Come si può non provare un “affetto speciale” nei confronti di un film che si apre con una citazione di Bette Davis "In questa professione, finché non sei conosciuto come un mostro, non sei una star" e si chiude con Kim Karnes che canta Bette Devis Eyes su un primo piano di una testa mozzata.

Maxxxine (con tre X per far capire fin da subito il terreno minato su cui aggireremo e al tempo stesso è un chiaro riferimento al capitolo finale della trilogia X iniziata con A sexy Horror film e proseguita con il prequel Pearl) un film che conclude il percorso registico di Ti West che è un vero atto d’accusa contro un’America che dietro il suo puritanesimo in realtà nasconde un odio e una violenza insita in quello che non conoscevamo col nome “American Dream”.

Il sogno di Maxime Miller, fin da piccola, è quello di diventare una star esibendosi per il morboso padre pastore ultracattolico al grido di ““Non accetterò una vita che non merito”.

Nella realtà dei fatti fugge di casa per diventare Maxime Minx, star del cinema porno unica superstite della Strage delle Pornostar avvenuta in Texas ad opera di due pruriginosi vecchietti.

Maxime è ambientato in pieni anni ’80 a 6 anni dalla mattanza, adesso è un’attrice alla svolta. Con un superprovino farà parte del cast dell’Horror The Puritan 2 con la speranza di uscire una volta per tutte dal mondo del porno e diventare una star da Walk of Fame.

La TV ci racconta di un’America dominata dal machismo di Ronald Reagan, dal fanatismo religioso che vede Satana in Purple Rain di Prince e dalle gesta del Serial Killer conosciuto col nome di “Night Stalker” (un po’ come fu con il Summer of Sam di Spike Lee).

Ti West ci racconta questo scontro finale della protagonista con i demoni del suo passato riempendolo con omicidi molto splatter e da una forza citazionista incredibile che in realtà nasconde un atto di accusa contro il sistema Hollywoodiano che ha relegato il cinema thriller e horror come un qualcosa di serie Z mentre in lui c’è la volontà di elevarlo a cinema d’autore e lo fa con la sua alter ego Elizabeth Bender, regista cazzuta che vuole imporsi e fare film cazzuti.

In Maxxxine c’è tantissimo Brian De Palma: dall’assassino vestito di nero, guanti neri, cappello nero che sparisce tra le porte degli ascensori come in Vestito per Uccidere, a Mia Goth che fisicamente ricorda Nancy Allen musa De Palmiana dei suoi film più macabri, il riferimento agli inizi di John Travolta con Carrie, la scala al rallenty come gli intoccabili fino all’attrice famosa per il suo urlo come in Blow Out.

Ti West umilia pure quel cinema muto tanto cattivo con Pearl calpestando la stella di Theda Bara (Femme Fatale degli anni 20 e anche il nome dell’alligatore dei due precedenti film) e facendo totalmente a pezzi la virilità di Buster Keaton in versione stupratore.

Azzeccati i camei di due vecchie volpi come Kevin Bacon e Giancarlo Esposito.

Il primo nei panni di un investigatore privato losco a metà tra il Martin Balsam di Psycho e il Jack Nicholson di Chinatown con il naso martoriato.

Il secondo è un manager che ricorda molto di più quei boss della “Blaxploitation”.

Nel guazzabuglio citazionistico non sempre tutto funziona alla perfezione, soprattutto nell’epilogo finale dove tutti i nodi vengono al pettine ma in maniera un po’ troppo confusionaria.

Però il carisma e la presenza scenica di Mia Goth eleva il film in qualcosa di estremamente godibile. Un vero e proprio piacere per gli occhi che va gustato ed assaporato al cinema.

È nata una “Fottutisssima” Star.

Voto 7

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