Regia di Ti West vedi scheda film
Poor Buster!, o: “Everyone Loves an Underdog!” (g.m.)
Questo “Dario Argento’s (no, non ho detto Luca Guadagnino’s, anche se la final girl Mia Goth miagothava, un po’ come farà in “Infinity Pool”, da par suo nel “Suspiria” di 40 anni dopo) MaXXXine” a chiusura della “X Trilogy” (che potrebbe anche diventare una tetralogy) scritta e diretta da Ti West - iniziata con “X” e proseguita a ritroso con “Pearl”, girati uno via l’altro nella “bubble” anti-CoViD19 sugli stessi set nord-neozelandesi, mentre in questo caso Los Angeles & Hollywood imperano in quanto location reali - non sfigura, anzi!, dinnanzi ad opere del miglior cinema recente del Maestro del Brivido quali “Jenifer” e “Pelts” (ed è un complimento), entrambe nate in seno alla serie “Masters of Horror”, e, prendendo in prestito una delle tag-line pronunciate nel corso del film (l’altra è la memorabile e quasi già cult “We've all got blood on our hands now!”, mentre la descrizione del personaggio che Maxine dovrebbe interpretare nel suo prossimo film, “the Puritan II”, è “She's Clint Eastwood meets Charlie-fucking-Bronson!”) dal Virgilio metacinematografico che innerva il film (“I want to show that beneath the technicolor sheen of the 1950’s, things were just as rotten as they are today!”, ma non che Welles, Hitchcock, Wilder, Ray e Sirk non lo avessero già detto negli anni ‘50 che gli anni ‘50 fossero marci né più né meno di tutte le altre decadi, o Polanski & Towne ed Ellroy un quarto di secolo dopo), vale a dire Elizabeth Bender, il personaggio della regista interpretato da Elizabeth Debicki, riesce ad essere “a B-movie with A-ideas” (e ovviamente in questo caso il prefisso "a-" non è da intendersi quale negativo/privativo).
Cenerentola sembra così facile
Ogni volta che sorride, ti cattura
Ricorda proprio Bette Davis
Con le mani appoggiate alla cintura
Accanto a Mia Goth (che co-produce con Ti West ed altri) ed Elizabeth Debicki gravitano le prototipali maschere incarnate da Kevin Bacon, Giancarlo Esposito, Bobby Cannavale e Michelle Monaghan con contorno di Simon Prast, Moses Sumney, Lily Collins, Sophie Thatcher e Halsey (Ashley Nicolette Frangipane), e la continuità dello stile che veicola il contenuto è rappresentata dal reparto tecnico-artistico che ritorna tal quale - fotografia di Eliot Rockett, montaggio del regista e musiche di Tyler Bates - come la distribuzione sotto l’egida di A24.
E l'unico suono che rimane
Quando l'ambulanza se ne va
È Cenerentola che spazza la strada
In Via della Povertà
A chiedere a Maxine “SchiacciaNoci” Minx (ex Miller), dopo che ha superato un provino con una prestazione [non certo precoxxx, ma molto feroxxx, per citare la Kim Carnes della “Bette Davis Eyes” di Donna Weiss e Jackie DeShannon che scorre sul grand guignol prostetico (prima e dopo Tom Savini & Greg Nicotero) dei titoli di coda facendo il paio con la proverbiale citazione autobiografica appartenente alla diva di “Of Human Bondage”, “Dangerous”, “Jezebel”, “Dark Victory”, “the Letter”, “the Little Foxes”, “Now, Voyager”, “Deception”, “All About Eve”, “What Ever Happened to Baby Jane?” e “the Whales of August” posta in esergo al film, vale a dire: “In this business, until you’re known as a monster, you’re not a star!”] che manco Alison Brie nel prologo del pilot di “Glow”, di - comunque, ad ogni modo, tutto sommato, alla fin fine - tirar fuori e far vedere (come si conviene per uno slasher/gore, per quanto possa essere "d'autore") le tette (nella serie di Liz Flahive & Carly Mensch il climax - “Volevo ringraziarvi per questa opportunità. Al momento non ci sono ruoli simili per le donne. È davvero fantastico!” - era scardinato da: “Hai appena letto la parte dell’uomo!”) è la bobfossesca Deborah Geffner.
In questo “MaXXXine”, che non è superiore o inferiore (o, meglio, lo è per diversi motivi in entrambi i casi) ai due predecessori ad oggi costituenti la “X Trilogy”, ma n’è degno compare, ritorna anche Theda Bara, che forse né Pearl né Maxine, per differenti ragioni, “conoscono”: ma “noi” - il cinema! - sì.
* * * ½/¾ - 7.25
Poor Buster!, o: “Everyone Loves an Underdog!” (g.m.)
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