Regia di Alejandro Monteverde vedi scheda film
Buona biografia cinespettacolarizzata ma non troppo alla hollywoodista, della donna italiana di gran lunga più famosa nel mondo, la beata Suor Francesca Saverio Cabrini da Codogno(1850-1917), Santa Patrona di tutti glo emigranti nelle Americhe, e non solo. Al netto di un messaggio veicolato quasi turbo femminista in cui le donne sono tutte ganze e gli uomini tutti stronzi, oltre che a favore dell'immigrazione(oltretutto con l'"effetto ricatto" che qui trattasi dei poveri italiani, molti ragazzini di strada laceri e abbandonati, nella New York dei bassifondi pericolosi Five Points, già mostrata soprattutto in "Gangs of ..." di Scorsese), il quale potrebbe dare fastidio a qualcuno come al sottoscritto, rimane un film interessante, lontano anni luce dalle fiction Rai da santini di presepe plastificato, sul personaggio, basti dire della presenza di attori americani eccezionali della loro generazione, come John Lithgow e David Morse quale Cardinale Corrigan di New York, oltre che Giancarlo Giannini nei panni del "primo Papa sociale", Leone XIII°.
La fotografia oscura e tenebrosa di Gorka Gomez Andreu, la ottima ricostruzione ambientale e Senza una CGI che pur essendoci, pare troppo invasiva, sono vero cinema più vicino in certi momenti newyorkesi a lambeggiati e citati famosi modelli americani precedenti, che alle baggianate che sarebbero state fatte su di un simile grande personaggio di donna, nel cinema italiano di oggi.
E nonostante tutto, da Alejandro Monteverde che così era riuscito a smarcarsi precedentemente con "Sound of Freedom", da ogni messaggio convenzionale hollywoodista, era lecito aspettarsi di più e una vicinanza maggiore a certi temi e visioni del mondo, certamente non vicini ai messaggi folli della estrema sinistra di oggi.
Che nel film-il quale come sceneggiatura e vera storia della vita e delle opere della Cabrini, per quanto fedele o meno sia, e lo è abbastanza-, avrebbe fornito a gran dose, invece della celebrazione trionfalistica di uno spirito di impresa umanitaria, e come si dice oggi, di "resilienza"(la Cabrini visse fino a 67 anni, ben circa 27 di piu della infausta prognosi dei medici ai suoi 40, di non viverne altri 5 di anni, per via di postumi della tubercolosi), di donne eccezionali.
Rimane un buon film dalle efficaci ridondanze drammatiche, con una bella colonna sonora di Gene Back e Andrea Bocelli per il tema finale, che addirittura in alcuni temi rifà Wagner, Beethoven e Bach, come pare di trovarsi quasi tra echi herzoghiani.
Ridicolo che proprio nel suo Paese, "Cabrini"(che con i tanti calciofili presenti e ancora più ignoranti con il calcio o meno, Senza il nome della Santa nel titolo, sarà pure stato preso per un documentario sul calciatore juventino e della nazionale), per tre giorni di ottobre come "evento speciale" di interesse e promozione soprattutto di giornali e riviste, associazioni legate al mondo cattolico, quando negli Stati Uniti ha incassato oltre 20 milioni di dollari, rendendo famosa la brava attrice soprattutto di tv Cristiana Dell'Anna nel ruolo della protagonista, e soprattutto stracciando nelle sale titoli come "Joker: Foliè a deux", celebrati dagli spazi nelle riviste a paginate e copertine,come capolavori annunciati a prescindere.
Anche su questa rivista cartacea abbastanza ridicolo come è stato liquidato e trattato, difatti pure qui nel sito mancava prima anche lo straccio di una recensione. Non troppo stupefacente data la vicinanza degli editori alla sinistra e al PD, per un film incentrato sulla figura di una Santa cattolica-la prima americana, si era natutalizzata-, beata in Vaticano da Pio XII° già nel 1945.
Ted_Bundy1979
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta