Regia di Giuseppe Patroni Griffi vedi scheda film
Chi esce trionfatore da Addio fratello crudele è indubbiamente Vittorio Storaro, geniale direttore della fotografia, che saprà farsi apprezzare anche a Hollywood. Per il resto, il film risulta una mistura tra il barocchismo sanguinolento della tragedia di John Ford (1635) e un certo intellettualismo tipico del cinema anni Settanta, che spinge il regista a modificare radicalmente il finale originario. Nel commento al film pubblicato su Stracult, Marco Giusti sostiene di ricordare, del film di Patroni Griffi, soprattutto la presenza ingombrante del culo peloso di Fabio Testi. Che io, per fortuna o per successivi tagli della distribuzione, non ho visto.
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