Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Ah che bella la critica nostrana, dove affossare il film di un/una esordiente è facile come bere un bicchiere d'acqua fresca d'estate, mentre criticare l'ultimo film di un grande regista è difficile come ingoiare chiodi incandescenti.
Ma i gusti sono gusti e l'acqua scende meglio.
In un mondo ideale Megalopolis sarebbe un capolavoro. Una pellicola completamente libera da ogni limite e compromesso è la rinascita dell'arte, soprattutto di quella cinematografica, che anno dopo anno è sempre più soggetta al volere delle produzioni, delle piattaforme e del pubblico.
In un mondo ideale questo film sarebbe uscito quarant'anni fa, Coppola avrebbe avuto un budget illimitato dopo Apocalypse Now e avrebbero brevettato nuove tecnologie per permetterne la realizzazione. Ah che grande film (Cesare) sarebbe stato.
Ma, come non si dovrebbero fare processi alle intenzioni, anche lodare le intenzioni non è giustificabile. Purtroppo il nostro non è mai stato un mondo ideale, purtroppo a volte i produttori hanno ragione, purtroppo Coppola ha 85 anni e come il suo Megalopolis è ormai fuori tempo massimo.
Fuori tempo massimo perché è quarant'anni in ritardo e forse cinquant'anni in anticipo, ma questo lo sapremo solo vivendo.
Leggendo varie recensioni e analisi (che non scadano nel classico bello o brutto), mi sono trovato davanti a tante opinioni diverse, sia positive che negative, ed ho trovato del giusto (sempre secondo me) in tutte e due le parti.
Quello che però non mi sento di condividere con chi lo ha apprezzato è l'esaltazione della complessità, dell'originalità, o della lungimiranza che secondo loro sarebbero presenti in questo film.
Personalmente non ho trovato nulla di originale in Megalopolis, non nel 2024. Fin da subito si percepiscono gli anni che quest'idea ha sulle spalle e il fallimento di Coppola nel contestualizzarla (il satellite sovietico fa quasi tenerezza).
L'idea della favola (o fiaba?) poteva essere interessante, ma tutto si perde in poco tempo dietro ad un esasperato citazionismo, sia visivo che letterale.
Abbiamo le statue animate dalla Grecia, abbiamo gli amanti di famiglie rivali da Shakespeare, abbiamo un futuro distopico direttamente da qualsiasi film di fantascienza degli ultimi 100 anni (partendo da Metropolis), abbiamo anche la corse con le bighe di Ben Hur, aggiungere altro era impossibile. Quello che non è stato mostrato è stato citato a parole direttamente dai protagonisti, trasformando il tutto in una lunga didascalia.
Ogni espediente visivo utilizzato da Coppola è qualcosa di già visto, non c'è nulla di nuovo. Le sequenze oniriche, i giochi di luci ed ombre, le scene forzatamente trasgressive, il paesaggio futuristico, tutto questo è già nell'immaginario collettivo da decenni.
Riassumendo, abbiamo una società in declino, in cui ricchi corrotti vivono nel lusso, in cui i poveri sono confinati ai margini della società, in cui l'eroe sognatore ha un passato oscuro ma un cuore puro.
Insomma, tutto questo può essere ancora giudicato visionario? Complesso? Originale?
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