Regia di Robert Fuest vedi scheda film
Uno dei migliori horror britannici, interpretato dal grande e indimenticabile Vincent Price, che presenta evidenti e curiose similitudini con la successiva serie "Saw - L'enigmista".
Londra, 1925. Una serie di strani delitti coinvolge un gruppo di chirurghi. Delle indagini si occupa Scotland Yard, con l'ispettore Trout (Peter Jeffrey) in prima linea. Ogni corpo viene rinvenuto con addosso un medaglione, che reca impresso un simbolo ebraico. Presto si scopre come l'assassino segua una folle logica, che sembra essere collegata alle dieci piaghe dell'Egitto. Le vittime, quattro anni prima, avevano partecipato in veste di aiutanti a un intervento tenuto dal dottor Vesalius (Joseph Cotten), durante il quale morì sotto i ferri, operata per un'ulcera duodenale, la paziente Victoria Regina. Il marito, il dott. Phibes (Vincent Price), organista laureato in teologia, dato per deceduto in un incidente automobilistico ma in realtà sopravvissuto, intende così vendicare quella che reputa una colpa dei medici coinvolti nell'operazione. Nel compiere questa sanguinosa serie di omicidi, Phibes ha trovato la collaborazione di una donna, Vulnavia (Virginia North).
"Amore mio, mia soave regina e sposa ineguagliabile, io soltanto rimango che posso portare sollievo alla tua grande pena. Troppo presto, mio dolce amore, ti fu tolta la vita, ed è unicamente attraverso la mia opera di giustizia che i nostri cuori potranno ritrovarsi, ancora riuniti, in un'unica fiamma."
(Dott. Phibes)
Vero e proprio caposaldo del cinema horror inglese, frutto di una valida sceneggiatura scritta da James Whiton e William Goldstein, alla quale ha contribuito (non accreditato) modificando soprattutto il finale lo stesso regista, Robert Fuest. Ottimamente diretto, interpretato e fotografato, L'abominevole dr. Phibes riesce a mantenere in perfetto equilibrio i due registri predominanti, ossia il macabro e l'ironia. Una forma di sottile e macabra ironia che non sconfina però mai nella commedia, essendo piuttosto gelida, di stampo prettamente britannico. Risalta ovviamente Vincent Price, attore in grado di rendere memorabile il protagonista, che pronuncia parola solo dopo mezz'ora utilizzando un congegno, simile a un laringofono, da lui stesso costruito. La mimica, le posture, un blando trucco che rende il viso di aspetto malaticcio e uno sguardo da lucido folle, diventano per Price gli attrezzi del mestiere, con i quali dare spessore al carattere di un personaggio sofferente, ma al tempo stesso malvagio, che ricorda in parte gli sventurati mostri deformi e sfigurati interpretati dall'uomo dei mille volti, Lon Chaney. Fuest mantiene alto il ritmo della narrazione, riuscendo a valorizzare anche personaggi secondari tipo Vesalius, cui presta corpo un significativo Joseph Cotten. Scenografie futuristiche, con dettagli teatrali (Phibes all'organo mentre è circondato da automi che suonano altri strumenti musicali), figure ambigue tipo quella di Vulnavia, delitti particolarmente elaborati ed elementi gore per l'epoca insistiti ne fanno un curioso anticipatore di Saw. L'enigmista [1]. Dato il buon riscontro ottenuto presso critica e pubblico, ne è stato realizzato un seguito (meno riuscito) intitolato Frustrazione (1972) e una sorta di film gemello (Oscar insanguinato, 1973).
Curiosità [2]
In realtà, le uccisioni di Phibes non seguono alla lettera le dieci calamità bibliche: per ragioni estetiche, le piaghe delle mosche e dei moscerini sono state sostituite con topi e pipistrelli.
"Ho dovuto eseguire un lavoro da cervello elettronico, per scoprire in quale intervento erano presenti i quattro chirurghi assassinati", pronuncia il dott. Vesalius (Cotten). Nel 1925, i calcolatori elettronici, erano ancora lontani dall'essere inventati.
Il nome del dottor "Vesalius" è un riferimento ad Andreas Vesalius, scienziato fiammingo del XVI° secolo, che sezionava cadaveri per comprendere il funzionamento del corpo umano.
Lo sceneggiatore William Goldstein ha rivelato che Vulnavia era stata originariamente pensata come un automa meccanico, ricaricabile tramite una chiave girevole da inserire in una apposita fessura sul collo. L'idea di offrire a Phibes un assistente più efficace, perciò umano, è opera del regista Robert Fuest che ha però lasciato il personaggio di Vulnavia in una condizione ibrida, libera cioè di muoversi meccanicamente e con un'espressione facciale quasi artificiale.
Pare che l'ex batterista del complesso musicale Who, Keith Moon, stesse guardando questo film mentre moriva, nel 1978.
Nei monologhi pronunciati da Phibes, viene citato un brano presente nella poesia "The good morrow" di John Donne.
La moglie di Phibes (mostrata nelle foto e brevemente nella doppia bara alla fine) è stata interpretata da Caroline Munro, non accreditata.
Gli omicidi del dottor Phibes sono ispirati dalle 10 piaghe d'Egitto, menzionate nell'Antico Testamento, nel seguente ordine biblico (differente dalla cronologia proposta nel film):
1. Sangue (il sangue viene drenato dal corpo del dottor Longstreet);
2. Rane (la gola del dottor Hargreaves viene schiacciata da una maschera da rana meccanica);
3. Pipistrelli (il dottor Dunwoody viene sbranato dai pipistrelli);
4. Ratti (il dottor Kitaj precipita con il suo aereo quando viene attaccato dai topi);
5. Moria del bestiame (il dottor Whitcombe viene trafitto dal corno in ottone di unicorno);
6. Ulcere (il Prof. Thornton viene punto a morte dalle api; primo delitto nel lungometraggio, solo citato e non mostrato);
7. Grandine (il dottor Hedgepath viene assiderato da un congelatore artificiale);
8. Locuste (l'infermiera Allen viene massacrata dalle locuste);
9. Morte del primogenito (Phibes rapisce e tenta di uccidere il figlio del dottor Vesalius);
10. Tenebre - può riferirsi a:
a) Phibes drena il sangue dal proprio corpo mentre inietta fluido per l'imbalsamazione, apparentemente unendosi a sua moglie nella morte;
b) la rappresentazione di un'eclissi solare rappresentata in conclusione.
Citazioni (monologhi del dottor Phibes)
"Amor mio, mia soave regina e sposa ineguagliabile, rapita troppo presto e troppo crudelmente a questa vita. Io rimango lontano da te e mi torturo solamente per poterti recare il sollievo di una giustizia che voglio darti con le mie mani. Presto i nostri cuori saranno ancora una cosa sola, come un tempo."
"Dove potremo trovare un cielo senza stelle che nasconda, nella sua oscurità, la pienezza della nostra unione se non nel prezioso segreto della tua bellezza, ormai rapita agli occhi del mondo? La tua bellezza che è ferma per sempre, nell'eternità."
Oltretomba gigante n. 8 (gennaio, 1974) ripropone la stessa identica storia del film di Robert Fuest
La nove piaghe - L'abominevole dr. Phibes nella versione di Oltretomba
Oltretomba gigante - una delle più sottostimate serie a fumetti, opera della RG (poi Ediperiodici) - più volte, assieme al gemello Terror, ha tratto ispirazione da film horror. In realtà, come è stato ampiamente fatto notare in occasione delle similitudini esistenti tra Profondo rosso (Dario Argento, 1975), Murder obsession (Riccardo Freda, 1981) e un precedente fumetto, intitolato "Il grido del Capricorno" (Oltretomba gigante n. 9, febbraio 1974) [3], spesso le storie apparse nelle edicole erano scritte da veri sceneggiatori (tipo Fabio Piccioni) ed è avvenuto quindi anche l'esatto opposto, ossia che alcuni film abbiano riproposto soggetti, suggestioni e spunti, già pubblicati sottoforma di fumetto. Nel caso di Oltretomba gigante n. 8 (gennaio, 1974), intitolato Le nove piaghe, ci troviamo di fronte a una fedelissima, ovviamente non ufficiale, rilettura - pressoché unica variante i nomi dati ai protagonisti - del film diretto da Robert Fuest, con presenza d'ininfluenti sviste dovute a probabili dimenticanze dello sceneggiatore. All'epoca non esistevano supporti home video e l'unico modo di registrare un film, destinato alla sala cinematografica, era quello "virtuale" di imprimere nel miglior modo possibile ogni immagine e dialogo nella memoria. La storia di Oltretomba (Le nove piaghe) è ambientata a Londra nell'anno 1932, Phibes (diventato nel fumetto Faustroll) parla sin da subito ma non attraverso un apparecchio artificiale e, stranamente, le piaghe si riducono di numero (da dieci a nove), mentre il collegamento con i delitti non è frutto di informazioni ottenute da un rabbino ma di un sogno dell'ispettore che indaga. L'ordine degli omicidi, rappresentati in identica maniera e nella stessa sequenza del lungometraggio, è il seguente:
1. Rane
2. Pipistrelli
3. Mosche
4. Le ulcere
5. Topi
6. La grandine
7. Locuste
8. La morte del primogenito
9. Le tenebre
Visto censura [4]
Il film passa integrale in commissione censura ottenendo, in data 31 maggio 1972, nulla osta n. 60346.
Dal verbale allegato al n.o.:
"La Commissione (...) esprime parere favorevole alla concessione del nullaosta di proiezione in pubblico col divieto della visione ai minori degli anni 14 per le numerose scene impressionanti, non adatte alla sensibilità dell'età evolutiva dei predetti minori."
Il metraggio di pellicola indicato nel nulla osta è pari a 2538 (circa 94'). La versione disponibile in home video pur essendo integrale non corrisponde ovviamente, in durata, a quella proiettata con bobina nelle sale, apparendo ridotta di circa 4 minuti (94/25): uno scarto per così dire naturale, dovuto alla differente velocità di proiezione (data dalla frequenza di scorrimento dei fotogrammi, in gergo tecnico detta "frame rate") tra i due diversi supporti (24 fps per la pellicola, 25 fps per i dvd codificati PAL).
NOTE
[1] Soprattutto durante la sequenza finale, che vede il dottor Vesalius costretto a recuperare una chiave inserita vicino al cuore del figlio per poterlo liberare da una trappola mortale.
[2] Dall'Imdb.
[3] Cifr. Il grido del Capricorno - Strane origini alla base di Profondo rosso, articolo di Davide Pulici.
[4] Dal sito "Italia Taglia".
"Amare, non è prendere un altro per completarsi, bensì offrirsi ad un altro per completarlo."
(Michel Quoist)
Trailer
F.P. 22/05/2022 - Versione visionata in lingua italiana - DVD MGM (durata: 90'53")
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta