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Confetti

Regia di Naoya Fujita vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Confetti

di alan smithee
7 stelle

FAR EAST FESTIVAL 26 - CONCORSO "Coming of age on the stage"

Il ragazzino Yuki frequenta le medie, ma a modo tutto suo, essendo figlio del capocomico di una compagnia teatrale itinerante, specializzata in rappresentazioni del teatro storico taishu engeki.

Pertanto le classi che frequenta sono quelle che corrispondono alla tourné in corso, e lo costringono a permanenzeval massimo mensili in ogni classe.

Pertanto il ragazzino, orfano di madre ma molto legato al padre, ed anche lui appassionato di recitazione, sa di non potersi permettere di i staurare amicizie durature, e per questo vi rinuncia a priori. Almeno fino al giorno in cui il professore lo incarica di portare, nel rientrare al suo domicilio, il compito in classe dell'alunno più dotato della classe.

Un ragazzino brillante, adottato dai genitori, insofferente di frequentare la scuola, ma comunque primo per quanto riguarda il profitto scolastico.

Dopo un po' di reciproca diffidenza, tra i due nascerà un'amicizia forte, che nel solo jesr di frequentazione porterà anche a più forti, reciproci quanto fino a poco prima sconosciuti sentimenti.

Merito anche del teatro e di una azzeccata e pertinente rappresentazione che il giovane Yuki si proporrà di fare rappresentare dalla compagnia del padre, poco pri'q del suo inesorabile commiato da quella città e da quel suo nuovo, prezioso compagno.

L'opera prima del giovane regista nipponico Fujita Naoya è un delicato, inebriante e pure emozionante coming of age in cui la scoperta del sentimento dell'amicizia finisce per sfociare in qualcosa di ancor più potente ed intimo. In nome del rispetto per la tradizione, per le differenti attitudini personali e di un atteggiamento di rispetto verso i sentimenti più puri, gli stessi che spesso appaiono come perfetti sconosciuti anche in capo alle stesse persone che si trovano a viverli, loro malgrado inizialmente, e poi gioiosamente partecipi.

Confetti, che in giapponese sta ad indicare i coriandoli, coreografia spesso presente nelle rappresentazioni teatrali tradizionali, è un film delicato, emozionante, pudico e puro che è riuscito ad incantare la sala, tra emozioni a pelle e commozione sincera da parte dello stesso giovane regista.

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