Regia di Takashi Yamazaki vedi scheda film
Il nuovo film sul mostro giapponese più celebre di sempre è uno spettacolo ad alto impatto visivo, dove Eros e Thanatos si fondono alla perfezione tra le macerie postbelliche.
Sono passati sette decenni da quando Ishiro Honda presentò al grande pubblico un personaggio destinato a fare la storia del cinema. Il Godzilla degli anni cinquanta lasciò a bocca aperta non solo per la mostruosità della creatura che con inaudita violenza devastava la capitale del Paese del Sol Levante, ma anche perché il suddetto kaiju (termine ormai entrato nel linguaggio degli appassionati per descrivere un mostro tipico del folklore nipponico) si presentava come incarnazione della guerra nucleare, di cui le atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki erano state un potenziale anticipo ed un enorme trauma per la popolazione dello stato insulare asiatico. Godzilla nasceva dunque non solo come film di mostri buono giusto per accalappiare lo spettatore della domenica in cerca di intrattenimento basico, ma anche e soprattutto come film di denuncia dei mali della guerra e della corsa agli armamenti nucleari, che ancora oggi fanno paura. Inutile dire che sulla scia del successo del primo capitolo sarebbero nati numerosissimi sequel, di cui la maggioranza giapponesi e qualche altro made in USA. Nel corso degli anni molti di questi avrebbero smarrito la forza critica, arrivando a presentare Godzilla quasi come personaggio positivo e da cui dipende la sopravvivenza dell'umanità stessa, ora minacciata da bestie colossali ben peggiori di lui. Ma non è questo il caso di Minus One. Il film, diretto da Takashi Yamazaki, sembra infatti voler tornare alle origini, narrando della prima comparsa del mostro subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con un nutrito gruppetto di personaggi che dovranno lottare e sopravvivere alla minaccia.
Inutile negare che gli anni passano e tornare indietro è possibile fino a un certo punto. Se il Godzilla del 1954 era realizzato sfruttando effetti analogici e tanta fantasia, Minus One ricorre inevitabilmente alla computer grafica ma il risultato finale è tutt'altro che insoddisfacente. Godzilla qui c'è ed incute molto timore, risulta piacevole da guardare e fa sfoggio di una potenza distruttiva che in certe scene lascia davvero senza fiato. Il tutto ben si sposa con la convincente scenografia. Il Giappone ricostruito da Yamazaki è un corpo ridotto a pezzi dai bombardamenti della guerra prima e dalle incursioni sulla terraferma del mostro poi. A rendere abitata questa landa sofferente ci pensano i nostri protagonisti, carichi di amari ricordi e tutti con qualcosa da dire. Molto interessanti sono infatti le loro vicende, sia personali che legate alla comparsa di Godzilla, con cui dovranno inevitabilmente confrontarsi. Omaggiare il capostipite da cui tutto è partito, però, non è evidente solo nella sceneggiatura che dà corpo ad una trama già vista anni fa. Minus One si rifà al lavoro di Honda citandone celebri sequenze e riportando in auge la nota partitura musicale che ogni amante del vecchio capolavoro conosce a menadito. Tuttavia, questa volta l'intento critico non è rivolto alla bomba atomica. Sebbene i rimandi ad essa non manchino, bersaglio della pellicola è la conduzione della guerra da parte dell'Impero Giapponese. Minus One è il canto della rivolta contro i metodi brutali e inumani adoperati durante il secondo conflitto mondiale, l'insensibilità delle forze armate dell'epoca, il loro pressapochismo, l'aver chiesto troppo alla popolazione. Fortemente polemico e dalla parte del volgo, il film non cade mai nell'antipatriottismo spinto ma sostiene l'ideale di una difesa dal basso, che tenga in considerazione l'importanza della vita umana, non più vista come carne da macello sacrificabile sull'altare di una vittoria impossibile da ottenere. Un grande inno alla vita e alla meritata sopravvivenza contro ogni avversità, questo vuol farci capire il film di Yamazaki, che dirige con mano decisa e porta a casa un grande risultato.
Dispiace davvero che nel nostro paese questo film sia stato distribuito nelle sale per meno di una settimana e senza doppiaggio. Minus One meriterebbe maggiore considerazione e prestigio, senza dubbio più di certe copie carbone statunitensi che invece macinano milioni di dollari e sono fin troppo al centro degli interessi della critica. Il cinema giapponese dimostra spirito di innovazione e voglia di raccontare storie coinvolgenti come questa ed andrebbe premiato con la nostra presenza, perché il trentasettesimo film ufficiale di Godzilla vale davvero il nostro tempo.
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