Regia di Terence Young vedi scheda film
Assistere in un film western alle gesta di un samurai è quanto meno strano e mai presentato come argomento di una storia. Young, con abile mano cerca di far convivere due personaggi moralmente ed eticamente agli antipodi e riesce nell’intento, con sorpresa, ma anche con coinvolgimento dello spettatore. Un samurai, Kuroda (Mifune) ed un bandito, Link (Bronson) sono costretti ad unire le loro forze e le loro capacità per riuscire a perseguire i rispettivi obbiettivi, difficili, in un ambiente ostile. Il primo ha di fronte una corsa drammatica, che non può superare i limiti di tempo imposto (7 giorni), per recuperare una katana d’oro, dono del suo imperatore al Presidente degli Stati Uniti. Per il secondo lo scopo è di ricuperare il bottino di una rapina ad un treno, sottrattagli dal suo aiutante Gauche (Delon). Il contrasto fra Kuroda, uomo valoroso, tutto d’un pezzo, ligio al senso del dovere, pronto a qualsiasi sacrificio, lontano da casa e quindi relativamente spaesato in un ambiente sconosciuto e Link, amorale, cinico, senza scrupoli, sardonico, esperto del terreno, insofferente alla compagnia di un uomo diverso su tutto, riempie con tratti a volte beffardi e divertenti alternati a momenti drammatici i due terzi del film. Questi due generi di vita possono essere riassunti in uno scambio di opinioni fra Kuroda e Llink:”L’uomo ha bisogno degli ideali per vivere” - “lo so ma non si mangia con gli ideali”. Di fatto siamo di fronte a due esponenti di un mondo che inevitabilmente e rapidamente si sta modificando profondamente: quello di Kuroda ha compiuto il suo ciclo, con grande suo dispiacere, ma di cui è perfettamente consapevole e quello di Link è in ascesa, basato sopra una coscienza più elastica, un minore rispetto per la lealtà e non più sulle armi bianche ma sulle bocche da fuoco. La lunga permanenza fra i due produce uno scambio di conoscenze e trasforma in parte l’animo gretto di Link sino a fargli ammettere di provare simpatia per quel samurai, moralmente più solido e, alla sua morte, di rinunciare al bottino per portare a compimento, rischiando, l’incarico assegnato a Kuroda: riportare la katana preziosa rubata. Il resto è un abile e necessario contorno per tenere in piedi questo straordinario duetto fra attori che danno grande prova interpretativa (quando sono presenti Bronson e Mifune la scena è satura) ed è realizzato con buon ritmo e tensione, anche se la storia in alcuni momenti si adagia . Pure il restante cast, di grande prestigio, si adopera al meglio delle proprie capacità. Coreografia buona, alterna campi lunghi a primi piani, sapientemente. Montaggio adeguato Ottima fotografia di Henry Aleken. La colonna musicale, originale, composta e diretta dal grande Maurice Jarré. Voto 7,5
Effervescente, adatta a sottolineare i momenti ironici e quelli drammatici della storia. Maurice Jarrè ha una lunga esperienza in colonne sonore (Lauwrence d'arabia, Dottor Zivago, La caduta degli Dei, Gesù di Nazareth, Ghost e molti altri)
Molto abile nel congegnare uno spaghetti western originale e saporito
Una delle sue migliori interpretazioni
Splendida, efficiente, anche se relegata in una parte secondaria
Altro grandissimo attore, capace di offrire una prestazione senza sbavature
Buona prova, anche se utilissato in una parte secondaria
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