Regia di Terence Young vedi scheda film
Spaghetti-western in piena regola. Non solo per le locations, ma anche per lo spunto narrativo e le varie bizzarrie. Non ci stancheremo mai di dire che lo Spaghetti-Western è un genere vero e proprio, con i suoi sottofiloni e le sue parodie. E non ci stancheremo di dire, a riprova di questo, che dopo il boom dei nostri western anche gli americani scesero in Spagna a girarli, sia perchè costava poco sia perchè avevano una libertà particolare. Chi non scendeva in Almeria li girava a casa, e c'era chi come Peckinpah aveva già iniziato senza conoscere i film di Leone, anche se vadetto che il primo western nudo e crudo di Peckinpah è "Il Mucchio Selvaggio" del '69, e in America i film di Leone arrivarono nel '67. Possono essersi mutuati a vicenda i due grandi Maestri del genere nella sua fase adulta e matura. Ed così che va letto anche il film di Terence Young, padre del James Bond cinematografico, come i tanti altri che hanno seguito la lezione italiana, come "Chato" e "Il Giorno dei Lunghi Fucili". Le bizzarie in "Sole Rosso" sono evidenti fin dal titolo. Si parla di samurai nel west, cosa non nuova per il western all'italiana, ma parecchio nuova per quello statunitense che aveva usato i musi gialli solo di contorno. A colpire c'è anche un uso abbondante di salsa rossa (per evocare il titolo?) che è mezzo e insieme paradigma di una lettura altra del western. Punta molto infatti sull'effetto violento senza esagerare. Restano simpatiche le interpretazioni di Delon, Andress, Capucine e Mifune. Giganteggia Bronson in una delle sue misse più belle ed efficaci. Ci sono delle sue pose, ragazzi, da manifesto!
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