Regia di Michael Chaves vedi scheda film
AL CINEMA
Nel 1956, trascorsi due anni due dalle vicende del film capostipite, ritroviamo la giovane novizia Irene (interpretata per la seconda volta da Taissa Farmiga) che, dopo essere scampata dai malefici del demone Valak, si è trasferita in un convento italiano e cerca di mediare tra i rigidi comportamenti che regolano la vita monacale locale, ed il carattere intransigente di una giovane compagna coetanea, Debra, dal carattere un po' ribelle, costretta a quel ritiro non tanto da una vocazione spontanea, quanto piuttosto da accordi della struttura con la famiglia.
Inoltre suor Irene continua ad essere suggestionata da visioni di Maurice, il ragazzo che l’aveva salvata, e che ora le chiede aiuto in sogno.
Proprio grazie a queste visioni, la giovane monaca viene coinvolta nelle indagini che seguono la morte misteriosa e violenta di alcuni prelati e suore in tutta Europa.
Per questo Irene viene inviata a Tarascona, in Francia, ed ivi raggiunta da Suor Debra, mentre poco distante Maurice, che lavora in un collegio francese e frequenta una ragazzina irlandese di nome Sophie, appare poco per volta tornato sotto la maligna possessione del potente Valak.
Ma sarà Irene ad accorgersi di tutto, venendo a conoscenza anche di particolari che la riguardano in grado di far luce su alcuni misteri che la riguardano da vicino.
La direzione di questo atteso sequel, che in Italia ha ottenuto un inaspettato successo maggiore anche del film capostipite, a sua volta uno spin off della serie horror The conjuring (in totale 9 film con annessi i vari Annabelle più seguito) con l'altra Farmiga, ovvero la sorella maggiore e più nota di Taissa, Vera è passata a Michael Chaves.
Questo noto regista horror statunitense, forte di un curriculum costellato di titoli piuttosto noti, e che comprende il riuscito La Llorona - 2019 e uno dei più recenti, ma non troppo esaltanti seguiti della serie originale The conjuring (The Conjuring: Per ordine del diavolo - 2021), dirige un horror tutt'altro che originale, forte di una abile impostazione e di una suggestiva parte coreografica che utilizza sfondi e particolari di ambienti clericali, per rendere inquietante la solita storia di possessione demoniaca che, ancora una volta, finisce per trovarsi al centro della vicenda.
Ecco allora che The nun 2, lontano da rivelarsi un horror veramente riuscito, si presenta come un robusto film di genere che sfrutta buone atmosfere piuttosto galvanizzanti, ed utilizza tutti i cliché del caso al servizio di una vicenda che non si discosta per nulla dalle situazioni e dai personaggi originariamente creati dalla fantasia di James Wan, da sempre attratta verso storie con al centro l'azione del maligno e le conseguenze soprannaturali che derivano dalle azioni di costui ai danni degli esseri umani che ci si ritrovano invischiati.
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