Regia di Chris Renaud, Patrick Delage vedi scheda film
Dove una volta c'erano dei personaggi è rimasto il nulla e dove una volta c'era la comicità ora vige un deserto di gag senza inventiva.
Negli anni Ottanta, Robert Zemeckis disse: "Il pubblico vuole vedere sempre lo stesso film, però diverso". Era l'epoca dei (tanti) sèguiti che ripetevano all'infinito la formula del capostipite con variazioni ridotte al minimo. Ma al giorno d'oggi, nell'era degli universi condivisi o espansi, degli adattamenti live action e dei requel colmi di teoria del cinema, la serializzazione in senso classico è ormai un relitto di un altro tempo. E mette davvero tristezza constatare che ad appropriarsene è stata una certa animazione mainstream ipercommerciale che necessita di andare sul sicur(issim)o. La pluridecennale Dreamworks (con Orion e il buio e Il robot selvaggio), la decana Pixar (con Elemental) e Illumination (con Prendi il volo) non hanno deposto le armi della sperimentazione, ma per tenere economicamente le baracche in piedi rimane essenziale l'incassone miliardario. E allora vai di Kung Fu Panda 4, Gli Incredibili 2 (e il 3 è già stato annunciato) e, appunto, Cattivissimo me 4. Che è scritto (da Ken Daurio e dall'altrove strepitoso Mike White) come se fossero tre/quattro episodi appiccicati di una qualche sit-com idiota del pomeriggio di Italia 1, tra familismo che più scontato non si potrebbe (con Gru nascosto con la moglie Lucy e le bambine dal programma protezione testimoni) e grappoli marci di 007 in versione parodica (con un villain attorniato da un esercito di scarafaggi), sgraffignando sempre più a viso aperto proprio da Gli Incredibili (già in parte fonte di ispirazione per il primo Cattivissimo me) e dal suo sequel, con un bebè aspirante neo-delinquente che rende orgoglioso il papà dal naso aguzzo e una giovane e fulva nemica/alleata Gen Z di Gru (ossia il personaggio più riuscito). La qualità registica (con Chris Renaud di nuovo in cabina, insieme a Patrick Delage) e la perfezione tecnica del digitale non bastano più a far brillare gli occhi, poiché putroppo vacue e (almeno a tratti) di ributtante deriva estetica (i Minion geneticamente modificati). Dove una volta c'erano dei personaggi è rimasto il nulla e dove una volta c'era la comicità (che non era il massimo, ma c'era) ora vige un deserto di gag senza inventiva: c'è insomma poco anche per accontentarsi, ma non per annoiarsi (l'ironia sulla Hogwarts dei cattivi è persino oltre il fiacco).
Prosegue la partnership musicale con Pharrell Williams, che canta il singolo A Double Life sui titoli di testa e coda. Confermato per la quarta volta anche Heitor Pereira per la colonna sonora.
Doppiaggio affidato alle medesime voci principali degli altri episodi: Steve Carell/Max Giusti (entrambi notevolmente svogliati) per Gru, Kristen Wiig/Arisa per Lucy. L'antagonista è Will Ferrell in originale e (un fastidioso) Stefano Accorsi da noi.
Voto: 4 — Film MEDIOCRE
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