Regia di Kelsey Mann vedi scheda film
Un sequel non superfluo
Un luogo comune frequente, quando si parla di film, è che il seguito di un capolavoro, per non essere superfluo, debba necessariamente essere un altro capolavoro. Ovviamente questo non è sempre vero, come dimostra questo Inside Out 2, che pur non essendo un capolavoro, è un sequel tutt' altro che superfluo, anzi, diremmo che è quel che ci voleva per approfondire il discorso iniziato col primo capitolo e aggiornare la riflessione in concomitanza con la crescita della protagonista. Perso (per forza di cose) lo stupore suscitato dalla novità del primo film, la sceneggiatura sceglie umilmente la strada della parabola che sia comprensibile a grandi e piccini, col rischio inevitabile di cadere nel didascalico, ma con abbastanza verve da intrattenere intelligentemente il pubblico di ogni età. Qualche trovata azzeccata (lo sgabuzzino/prigione, l'idea finale per tornare allai consolle) e una morale che non insegue il buonismo a tutti i costi ne fanno un film ideale per scolaresche e, soprattutto, per genitori che ci tengono a passare del tempo costruttivo coi propri figli; o meglio con le proprie figlie, visto che l'unico vero neo della sceneggiatura è quello di presentare un'unica protagonista, guarda caso femminile, che interagisce in un contesto senza maschi. Ma forse il prossimo capitolo potrebbe integrare il discorso con un po' di banale (si, diciamolo con vanto) psicologia maschile. Aspettiamo e vediamo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta