La recensione su Inside Out 2

di ANdaMI

8 stelle

Sono passati ben nove anni dal primo Inside out. Tutti noi, da allora, siamo cresciuti e anche Riley Andersen ha fatto lo stesso. La ragazzina è ormai entrata nella pubertà e le emozioni che l’hanno da sempre accompagnata, ovvero Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto non sono più le sole a gestire il centro di comando nella sua mente. Si dia quindi il benvenuto ufficiale ad Ansia, Imbarazzo, Noia (o Ennui?) e Invidia. Tutte insieme trovano spazio in questo nuovo lungometraggio Pixar. La casa di produzione californiana, a voler essere onesti, ha sempre manifestato la tendenza a serializzare i suoi prodotti. Ha realizzato una trilogia con Cars, ha prodotto ben quattro film di Toy Story (e un quinto è in lavorazione) e ci ha regalato i sequel di Monsters & Co., Gli incredibili e Alla ricerca di Nemo. Tuttavia, Inside Out non sembrava una pellicola particolarmente adatta per un successore. Il bellissimo film del 2015, portatore di un messaggio maturo e realistico nel suo volerci parlare di crescita e sviluppo della personalità, era potenzialmente autoconclusivo, pur arrestandosi alle soglie della già citata pubertà, che qui invece viene affrontata. I dubbi erano tanti e si temeva che i geniacci della Pixar puntassero solo ad alzare le cifre degli incassi servendosi di un titolo molto stimato. Fortunatamente, ora lo possiamo dire, non è stato così.

Non sbagliano tutti coloro che, usando la logica, restano stupiti di come queste nuove emozioni non si fossero mai manifestate prima. Possibile che Riley, in tredici anni di vita, non abbia mai provato noia o imbarazzo? Perché esse fanno la loro comparsa solo ora? Dove erano nel film precedente? Domande di questo tipo sono perfettamente legittime. Eppure, ancora una volta la Pixar si rivela più interessata al messaggio che ai dettagli di una storia classica. E da questo punto di vista, Inside Out 2 è un film che andrebbe visto da quanti più giovani possibile, perché parla delle loro difficoltà, dei disagi che spesso devono affrontare e dei problemi che possono sorgere stando a contatto con i coetanei. Il film analizza tutto questo con cura e amore per i dettagli, dimostrandosi profondamente umano. Il team di animatori e la sceneggiatura di Meg LeFauve fanno centro, dipingendo con grande lucidità, e con un tocco leggero e comprensibile a tutti, situazioni e stati d'animo che moltissimi di noi hanno realmente vissuto. Si resta meravigliati di come il film riesca ad essere così fedele alla realtà di tutti i giorni pur raccontando di bizzarri esseri mentali che ci comandano da una console. A proposito di quest'ultimi, Inside Out 2 riesce a valorizzare tutte le emozioni. Tutte qui hanno il loro perché, nessuna è dimenticabile. Quelle che già conosciamo sono al centro delle vicende, mentre quelle nuove sono delle piacevolissime sorprese. L'ironia e il divertimento abbondano per tutta la durata del film, le gag comiche e le battute sono uno spasso sia per i grandi che per i piccini, mentre alcune trovate sono semplicemente geniali. La vena creativa che tanto contraddistingueva il primo film non sembra affatto essersi esaurita, nemmeno per quanto riguarda il world building. I meandri della mente di Riley, pur non raggiungendo gli stessi livelli di fantasia visti nove anni fa, sono ancora un piacere da esplorare insieme ai nostri protagonisti. L'animazione, neanche a dirlo, è di alti livelli, si sta pur sempre parlando della Pixar.