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Inside Out 2

Regia di Kelsey Mann vedi scheda film

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La recensione su Inside Out 2

di lamettrie
9 stelle

Stupendo. Straordinariamente istruttivo. Sin troppo difficile. Come il primo.

L’irruzione della pubertà viene descritta in modo mirabile. Sarà vero che si perdono tantissimi riferimenti colti della letteratura piscologica, che sfuggono alla stragrande maggioranza, formata da profani di tale letteratura psicologica, appunto.

Ma, per converso, il valore dell’opera risulta garantito dalla molteplicità di livelli, accessibili ai più differenti tipi di pubblico, attorno a cui la sceneggiatura è stata scritta in modo eccellente da Meg LeFauve. I bambini delle elementari possono capire qualcosa, così come lo possono fare molto meglio degli psicologi che, ovviamente, grosso modo comprendono tutto, compresa anche l’impressionante (forse anche troppo) mole che qui è rappresentata dal “non detto”.

Notevole è anche la concentrazione, si potrebbe dire scientifica, sul lasso di tempo analizzato. Di fatto, la preadolescenza, la cui insorgenza è qui trattata nel breve volgere di meno di una settimana su fattori certo non straordinari (come la promozione alla squadra di hockey della scuola).

Ben delineate sono le esigenze insorgenti di tale età, che tutti attraversano, seppur in modi parzialmente diversificati: qui si è privilegiato soprattutto, e forse troppo, l’adeguamento sociale, così come l’ansia da prestazione. Se ne potevano anche mettere in evidenza altre: ma, anche alla luce di questo, c’è da auspicare altri sequel. Infatti, sicuramente non è conclusa la trattazione che si potrebbe fare dello sviluppo della mente di una ragazzina normodotata di minore età.

Splendida è pure la resa psicologica delle emozioni: battute, espressioni, vestiti, aspetto, smorfie… tutto è studiato nei minimi dettagli, e giustificato alla luce della competenza scientifica in materia. E tutto è divertente, mai banale, mai noioso.

Va ribadito proprio lo straordinario valore dell’analisi psicologica e scientifica che questo film, e il suo prequel, propongono; anche in relazione alla vastità della materia trattata. Cioè la mente viene mostrata per quello impressionante groviglio che è, tra ricordi, emozioni, volizioni, conoscenze, esperienze…

Come se si trattasse di un film fantascientifico, in cui le dimensioni ciclopiche della trattazione sono tali proprio perché riproducono le vastità immani di ciò che accade nella mente, alla luce delle conoscenze neuroscientifiche. Quindi del meglio che si ha, per parlare di tali cose. E di un signor livello scientifico.             

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